[X] Boji

Titolo: Boji
Fandom: X
Personaggi: Subaru Sumeragi
Parte: 1/1
Rating: PG
Parole: 422 (LibreOffice)
Note: omosessualità, spoiler X16 e 17

Boji

Non so con esattezza da quante ore io stia trascinando i piedi sulle pietre irregolari del cortile. Parecchie, a giudicare dalla neve che mi si è raccolta sul nero del cappotto. L’acqua ha gocciolato in un rivolo freddo oltre la federa di seta, e io, rabbrividendo, guardo i fiori di ciliegio che ciondolano indifferenti al gelo, il ghiaccio che mi si incrosta attorno alla bocca. Dal selciato crescono grossi cespugli di camelie, rosse come chissà che sangue immortale. Deve trattarsi di un messaggio che non è affar mio, mi dico, sorridendo, il fremito dei cadaveri che pulsa come un cuore nel terreno. Come ha potuto, lui, sopportarlo per una vita intera?
Mi accorgo con sorpresa del calore salato e fastidioso che scava la brina che mi irrigidisce i muscoli delle guance. Lascio che cada.
Nonostante tutto, sorrido ancora: la sua magia mi scorre nelle vene senza rimpiazzare la mia; in fondo è così che finisce il mondo, per quelli come noi.
Mi tocca sbattere le ciglia quando un pulviscolo di neve si solleva da terra – è una bruma sottile, più dell’aria, la forza che la muove ha il retrogusto di una bevanda dell’infanzia, di un sapore antico, amaro come il tè che si versa durante una cerimonia.
Prende una forma: un kimono (labile e bianco), dei capelli (lunghi, neri, incolti).
Due occhi, verdi come la giada degli imperatori, come metà del riflesso che oggigiorno vedo allo specchio.
Un’ubume1? Così lontana dalla data del mio compleanno?
«Madre?»
Ma sulle sue labbra rosse si tende il sorriso rigido di un tempo lontano, e il nero aggrovigliato dei capelli si vena di un grigio che, in un attimo, ne annacqua il colore. Le mani penzolano avvizzite, ma basta il pensiero perché su quelle ossa nere si riavvolgano i tendini e la pelle, rivelando la forma aristocratica con cui m’avevano – ci avevano – carezzato una vita intera. Dopotutto, l’onmyoudou è il potere di trascendere la presa della morte, e, nel nostro caso specifico, di assecondarne i dettami.
«Nonna.»
Pensavo che ogni cosa, per un Sakurazukamori, fosse uniforme e incolore come la neve, ma le lacrime, adesso, cadono sul ghiaccio senza controllo – come ho fatto quando se n’è andato lui, e come non contavo di fare più per nessun altro. Ma eccola qui, anche lei, l’ultimo nervo teso di una vita che adesso è libera di morire alla deriva. L’ho consumata di dolore, esattamente come lui ha consumato me.
«Prenditi cura di te, Subaru-san.»
Annuisco.
«On.»
Questo è l’ultimo compito del capo della famiglia Sumeragi.

~

1 Spiriti di madri morte nel dare alla luce un figlio, o ignare di cosa sia accaduto al figlio suddetto; sono generalmente innocui e desiderano solo incontrare i propri figli.

A/N 25/10/2011, ore 2:47. Ho un po’ l’ossessione, io, per Subaru in quel giardino, eh? Ok, forse un po’ caotica come mio solito oltre al fatto che l’ubume (vedi nota) è il fantasma specifico di una donna morta di parto. L’ho trasferito sulla nonna, dato che lei è l’unica madre che Subaru abbia avuto, nonché quella che ha contribuito a plasmare colui che poi Subaru è diventato. Vi dico in maniera molto pedante che i capelli neri, le mani avvizzite e il kimono bianco sono l’iconografia di età moderna dello spettro giapponese, e che il kanji del cognome di Subaru significa ‘imperatore’ – la giada, in Cina (correggetemi se sbaglio) doveva esserne la pietra prediletta. Scritta per il tema ‘Cupcakes’ della ‘Sweet Scary Challenge di Fanworld.it, e che cosa farei, io, senza il betaggio di Crimsontriforce ♥♥♥. Il titolo – perdonate il mio giapponese tremendo e i miei titoli brutti come la fame – significa “iscrizione tombale”, stando al mio vocabolario…

Juuhachi Go.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *