In the bleak midwinter

[Christmas Meme] 25. Biscotti; 15. Miss you most (at Christmas time)Uscendo dalla lineare sobrietà dei propri appartamenti, Basch poté dire all’istante che qualcosa stava bollendo in pentola, a palazzo.
Durante la notte, Archades era stata sommersa dalla neve, che ora splendeva violenta attraverso i vetri delle finestre.
Non era questo a destare la sua curiosità, quanto, piuttosto, il fatto che la totalità della servitù avesse deciso, a quanto pareva, di dare un tocco festaiolo all’atmosfera.
Tutti erano arrampicati su scale a pioli, intenti ad appendere festoni, campanelle e candele praticamente ovunque. Vide due domestiche zampettare freneticamente sollevando le gonne di percalle, le guance rosse dalla fatica: nei grembiuli portavano decine e decine di ramoscelli d’agrifoglio e di mele dorate – dovevano averle dipinte personalmente, a giudicare dalle macchie di vernice ben visibili sulle loro dita. Le seguì, nel giro di pochi secondi, una coppia di valletti che portavano a braccio un impressionante abete vero, nonché una schiera di maggiordomi dall’aria agguerrita, indaffarati a portare scatole che traboccavano di decorazioni scintillanti. Non appena quell’infaticabile squadra di lavoratori si avvide della sua presenza, Basch ricevette un saluto unanime:
«Buongiorno, Giudice Gabranth!»
«Buongiorno a voi, signori» rispose lui, deciso a non far trapelare la propria sorpresa – sia mai che suo fratello avesse saputo cosa stavano macchinando… dare un’impressione contraria avrebbe portato sulla buona strada per smascherare una copertura immane.
Così, come ogni mattina, si diresse al cospetto di Lord Larsa, pronto per un’altra giornata di lavoro, e per chiedergli cosa fosse tutto quel singolare fermento.
Nel mentre, i primi fiocchi di nuova neve cominciarono a scendere lenti dal cielo.

*

«Natale?»
«Esatto, Basch» sorrise appena il giovane imperatore, guardando i freddi bioccoli che discendevano fuori dalla finestra in mille capriole.
«Di cosa si tratta, di preciso, Maestà?»
«Dimentico sempre che non è usanza dalmasca, né di Landis… Gabranth lo gradiva molto, ad ogni modo, e mi sento in dovere di istruirvi al riguardo. Solitamente mio padre dava una grande festa, la notte della Vigilia, ma, data la situazione dell’Impero, non mi è sembrato adeguato replicare l’evento.»
«Saggia decisione, signore» approvò Basch, con un cenno del capo.
«Ad ogni modo, mio buon amico, con il Natale si celebra il riposo della Dea Madre dopo un anno di fatiche, e la si omaggia con canti, feste, balli, offerte, scambiandosi doni con i propri cari e vivendo fraternamente accanto al prossimo. In effetti, in archadiano antico il riposo era detto “nathyal” .»1
«Capisco… Non metto in dubbio che una persona calma e riservata come mio fratello amasse il significato intrinseco della festività…» rifletté Basch, con un accenno di riso sulle labbra.
«Proprio così» gli confermò Larsa, a braccia conserte, le mani che si strofinavano sugli avambracci per stornare un freddo che Basch non avvertiva.
Rimase in silenzio: in occasione di queste lunghe pause, aveva capito che il suo signore stava cercando un modo per esprimere al meglio qualcosa che gli costava grande fatica.
«Beh, è la festa del riposo, e io stavo uscendo per porgere a Gabranth i miei auguri…» disse infatti, andando in cerca del proprio cappotto «Desidera accompagnarmi?» proseguì, curandosi inutilmente di nascondere uno sconforto di cui l’altro aveva già ravvisato la presenza.
Larsa gli rivolse uno stentato sorriso di gratitudine mentre, infilati cappello e cappotto, si avviava insieme a lui verso la parte più interna dei giardini imperiali, nonostante il freddo pungente che li abbracciava.

*

Si fermarono di fronte al cipresso sotto al quale avevano seppellito in gran segreto le ceneri del vero Gabranth. La frenesia decorativa che aveva preso possesso degli abitanti del palazzo aveva lasciato deserto il giardino brullo – solo le loro impronte avevano scoperto la terra nera al disotto.
Respiravano lentamente, il fiato arricciato in fatue nuvole bianche.
«Mi spiace molto di comportarmi così al vostro cospetto» si scusò Larsa, dopo lunghi minuti di silenzio.
«Cosa intendete dire?» Basch fissò gli occhi azzurri che lo guardavano da sotto al lembo dello spesso colbacco nero.
«Era vostro fratello, e ci sono periodi in cui lo sconforto mi prende in maniera inqualificabile – quello sarebbe un vostro diritto, Basch.»
«Dovrei conferire a Vostra Maestà il diritto di sentire la mancanza di una persona per la quale nutrivate un così profondo affetto?» gli chiese, con tutta l’aria di aver posto una domanda retorica.
Larsa scrollò le spalle in un atto di infreddolito imbarazzo.
«Vedete, milord,» esordì lui, con pazienza «di Noah non mi resta che il rimpianto. Ho fatto così tanto male a lui – e lui a me – che oggigiorno sopravvive solo la promessa che stringemmo quel giorno, unita al dispiacere di non esserci reciprocamente rispettati come certo sarebbe stato giusto fare.»
L’imperatore rimase in silenzio, una pennellata di tristezza accennata sui lineamenti delicati.
«Voi siete il nodo che ci lega, e rappresentate quanto di più bello e onesto albergasse nel suo cuore, perciò…» e Larsa non fece in tempo a intercettare la palla di neve che Basch si era silenziosamente preparato «… siate felice» concluse, osservando il ragazzo che scrollava via il bianco dalla faccia e si lanciava all’attacco, atterrandolo.
Risero fragorosamente, e fu in quell’attimo che Larsa rotolò a baciargli la guancia.
«Maestà?» si sorprese l’uomo
«Era il mio regalo di Natale per lui, quand’ero bambino.»
«Oh. Allora grazie. Da parte di entrambi.»

*

Si ritrovarono nello studio, dopo essersi opportunamente cambiati e asciugati, rassegnati a navigare nel loro mare di scartoffie, come di consueto, chiusa quella curiosa parentesi infantile.
Quando Basch sparì lungo il corridoio, annunciando la sua dipartita in un sonoro coro di starnuti, l’imperatore non disse nulla, pensando, giustamente, che fosse andato a recuperare qualcosa di più pesante da indossare sotto al massiccio, freddo metallo dell’armatura.
Cominciò a preoccuparsi nel constatare, invece, che la sua assenza si prolungò per oltre mezza giornata.
Quando – finalmente – si ripresentò, era già ora di cena.
«Dove siete stato?» chiese Larsa, vagamente piccato: tutta quest’ansia di saltare il lavoro senza preavviso non era da lui.
Senza trovare alcuna scusa, Basch si limitò a far scivolare sulla scrivania un pacchetto avvolto in un luccicante involucro argentato.
«Oh.»
Larsa lo tastò attentamente con le dita e, d’improvviso, un pensiero gli attraversò la mente. Strappò la carta con piccoli gesti esitanti, e rimase senza fiato.
«Questo era il suo regalo di Natale per voi, quand’eravate bambino, vero?»
Larsa annuì, incapace di dire altro, le narici tanto avvolte da quel profumo familiare che trattenne a stento le lacrime che minacciavano di aprirsi la strada.
«Zenzero e cannella. I vostri preferiti, vero? Sono letteralmente impazzito, per cercarli.»
Timidamente, il ragazzo assaggiò la punta di una di quelle stelle di biscotto. Il sapore, per un attimo, lo riportò al sorriso duro e malinconico allo stesso tempo che Gabranth ostentava quando, insieme, dividevano quei pezzetti di dolce.
«Grazie, Basch.»
Basch accennò un inchino.
«Buon Natale, Maestà.»
E che la pace di questo giorno scenda su quelle cose che nemmeno io potrò mai restituirvi.

~

A/N 17 dicembre 2008, ore 19:58. Ok, ok. È Gabranth/Larsa solo perché l’ho nominato nel claim, lo ammetto XDDD. Scritta per l’adorabile Christmas Meme del papy, una piccola cosa stupidina e senza pretese. Non so perché, leggendo i temi a disposizione, mi siano subito venuti in mente loro due, insieme a una piccola trama (che poi ho dimenticato XD)… non domandate. So solo che volevo scrivere su Larsa e Gabranth da un sacco di tempo: la pairing-pulce nell’orecchio me l’ha messa l’immancabile Nausicaa XD così ho deciso che la prima fic su loro due l’avrei dedicata a lei. Ecco a te, quindi, mia cara, sperando che ti piaccia. Ed è già in programma un seguito, uhuhuh. Il titolo è preso da una traccia strumentale presente nell’album natalizio di Loreena McKennitt che è uscito di recente, e che io ho ascoltato scrivendo.
Non sapete che fatica giustificare il Natale nel FFXII-verse XDDDD…

Juuhachi Go *che proprio per questo strano Natale descritto ha la sensazione di aver scritto tutto tranne che una fic di Natale XD*.

1 Inutile dire che sto inventando tutto di sana pianta, e che in FFXII non viene detto nulla di tutto questo… ma trovatemela voi una scusa per dare un senso al Natale in un mondo senza Gesù, con tanto di etimologia! XD