III. WELCOME BACK
Aveva bisogno di scendere da quel letto a tempo di record. La
sua seconda esperienza sessuale e, se la prima era stata coinvolgente quanto
una sala operatoria, la seconda lo aveva calato nei rapporti tipo. La cosa lo
disgustava alquanto. Afferrò il denaro spiegazzato e si vestì
in un lampo, fiondandosi fuori da lì.
« Comunque... nessuno appartiene a questo posto. Però prendi me:
per qualche strano scherzo del destino, qui ho le persone che amo.»
A dire il vero, Subaru non si aspettava di trovarselo davanti, mettendo piede
fuori da quella stanza. Contava distrattamente le banconote che aveva fra le
mani, ma, al suono di quelle parole, seppe esattamente dove puntare lo sguardo.
« Allora mi stavi ascoltand-»
« La cerniera, deficiente.»
« Oh.» farfugliò, provvedendo ad alzarla
« Mpf.» Kamui esibì un sorrisetto di superiorità.
Proprio un bambino, quello. Lo osservò mentre dava un'altra timorosa
occhiata all'interno della camera.
« Bah, non ti preoccupare, molti dormono come sassi con tutto l'alcol
che tracannano.»
« Schiattassero.» commentò il ragazzo, scuotendo il capo.
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Venne violentemente afferrato per un braccio.
« Ti avevo detto che sarei venuta. Ho fatto in modo che nessuno sospetterà
mai niente. Adesso, alla stazione sistemerò il tizio che ti accompagna
e quando arriveremo andrò a cercare qualcuno che possa levarti da questo
guaio. Basta che tu non faccia l'apprensivo, eh?»
« Promesso.»
« Bravo il mio bambino!» cinguettò lei, scompigliandogli
i capelli scuri.
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« Seishiro! Quasi mi preoccupavo di averti perso per
sempre...».
Fuuma accolse il cliente con una cordialità sapientemente costruita,
che l'uomo, trentaquattro anni ben tenuti in un completo nero niente male, respinse
con noncuranza.
« Sono stato lontano fin troppo a lungo, ma adesso nulla mi trattiene
dal rilassarmi.»
« Benissimo, perché le novità saranno sicuramente di tuo
gusto.» ammiccò con fare malizioso. Curioso, Seishiro si lasciò
guidare dal proprietario, che lo portò al cospetto di un incredibile
bouquet di giovinezza. Sfilò con compostezza gli occhiali scuri, lasciando
che il viso scorresse più facilmente da uno sguardo all'altro.
Dovevano tutti avere un massimo di sedici anni, tuttavia quei giovani corpi,
valorizzati dai vestiti attillati, trasudavano una sensualità martellante.
Biondi, rossi, bruni e le luci nere, azzurre, nocciola, ambrate delle loro iridi.
Verdi.
« Va bene lui.»
Subaru resistette appena alla tentazione di fuggire dalla mano che lo indicava,
quasi toccandogli il volto, ma si sorprese nel momento in cui le parole del
boss sembravano avere lo stesso intento.
« Ah, lui. Mhh, credo avrai di che pentirti, è molto inesperto,
mia madre saprebbe fare di meglio addirittura.»
« Oh, non importa.» concluse, dirigendo le dita fino a stringere
il polso sottile, bianchissimo. Sotto i polpastrelli, ogni sporgenza ossea non
aveva segreti.
Sparì alla vista di Fuuma, attirando gentilmente il ragazzino dietro
i suoi passi. Malgrado il ritmo regolare e docile dell'andatura, si voltò
quel poco che gli bastò per cogliere in quei lineamenti un'accentuata
sfumatura di smarrimento, così insolita in quel genere di ambiente ma
così adatta a quel visetto tremante.
Dal canto suo, Subaru riuscì semplicemente a sbirciare il cipiglio più
che decifrabile sul volto del proprietario del locale:
"È il migliore dei nostri clienti"
... o una cosa
del genere, insomma... che non servì affatto a calmare il suo disagio.
Si chiese cosa avrebbe fatto quando la situazione avrebbe cominciato a degenerare
e lui non sarebbe stato in grado di gestirla. Si guardò intorno, cercando
di non comunicare il proprio impaccio, ma proprio allora la porta della stanza
in cui era stato condotto si chiuse a pochi centimetri dal suo naso.
Vistosi senza via d'uscita, fissò l'uomo intento a liberarsi dei vestiti.
Non aveva né giacca, cravatta o camicia quando, con un cenno, invitò
Subaru a farsi avanti, poi si sedette sul bordo del letto a due piazze per aspettarlo.
A piccoli passi, l'adolescente si avvicinò, teso, affinché l'altro
potesse averlo ben davanti agli occhi.
D'improvviso, le mani di lui presero le sue spalle e lo fecero trasalire. Probabilmente,
si aspettava qualcosa di meno... delicato. Ma lo sentì tastare lentamente
le scapole lievemente sporgenti, la linea diritta della colonna vertebrale,
fino allo spigolo ossuto dei polsi già toccati. Gli occhi, ambrati, non
si erano distolti per tutta la durata di quell'inconsueto studio.
Solo quando ritenne sufficiente ciò che aveva sentito prestò un
attimo di attenzione al suo viso.
Occhi verdi, ingranditi dalla confusione, un naso piccolo e labbra dischiuse
di pochissimo.
Le dita di... Seishiro? si impigliarono con calma fra i bottoni della sua camicia
per separarli piano. Sotto, constatò l'uomo, la pelle di Subaru era davvero
di un biancore mai visto. Appoggiò le labbra su ciò che aveva
scoperto e lo percepì ancora più disorientato mentre si inclinava
in avanti, contro di lui e verso le lenzuola. Senza parlare, gli sfilò
l'indumento e fece scendere la zip dei pantaloni, per poi farli scorrere giù
dalle anche sottili. Tolse tutto ciò che poteva essergli d'intralcio
e distese il sedicenne sul letto. Lo seguì, bocconi, ma, prima di sistemarsi
al suo fianco come il ragazzino supponeva volesse fare, frugò in una
delle tasche dei pantaloni e ne estrasse un vasetto.
Incuriosito, Subaru tentò di sollevare la testa per cercare di comprendere
le intenzioni dell'uomo, ma dovette appoggiarla di nuovo sul cuscino, dato che
lui si era inginocchiato.
Silenziosamente, attese.
Sussultò.
Lubrificante.
« Come ti chiami?»
« S... Subaru.» inspirò, arrossendo violentemente. Le dita
scivolavano velocemente fra le sue gambe, lasciandolo miseramente interdetto.
Una sensazione... strana?
« Piacere, Sakurazukamori Seishiro. Mi hanno detto che sei ancora un po'...
inesperto... è uno dei motivi per cui mi porto sempre dietro un vasetto,
non si sa mai. In ogni caso, non preoccuparti di niente.»
Ritrasse la mano e il giovane tirò un sospiro di impercettibile sollievo.
Seishiro non disse altro e si svestì completamente. Le mani sul materasso,
avanzò fino a sovrastare l'adolescente. Non lo toccò: lasciò
che gli occhi indugiassero sul curioso misto di emozioni ben in vista sul viso,
sulla fragilità di ceramica del collo, delle spalle, del torace. Le dita,
delle cosette minuscole. Le gambe, snelle, lunghe, nivee.
Lo baciò.
Subaru trattenne il respiro.
Senza fretta, le labbra di lui avevano atteso che quelle altrui si schiudessero
con un fremito, sotto il ponderato assalto della lingua che le aveva accarezzate.
La bocca di Subaru fu invasa da una vertigine a cui, lentamente, decise di partecipare,
la punta della propria lingua contro quella dell'uomo.
Quasi con timore, tocco la schiena di questi con le mani, lasciandolo affondare
sempre più nel bacio in una inconsapevole esortazione. Semplicemente,
permetteva a Seishiro di prendere possesso di ogni sfumatura del suo sapore
e cercava di ricambiare allo stesso modo. Spinto verso le schienale, aprì
le gambe perché l'altro si sistemasse in modo che il petto si strofinasse
contro il suo. Sentiva alcune dita fra i capelli, ma in realtà le mani
stavano cercando di attirare maggiormente il corpo a contatto con l'altro. Si
aggrappò al collo di Sakurazukamori, il quale tirò la testa indietro
fino a che il ragazzino non lasciò la sua bocca e lui non lo spinse con
il capo nell'incavo della sua spalla.
La nuca esposta e lampeggiante di bianco morbido venne ricoperta dalle labbra
in un movimento languido e studiato, che appesantiva il respiro di Subaru attimo
dopo attimo, rendendolo incapace di pensare a che cosa fare e, magari, a cosa...
dire.
Ma era come se la gola fosse rimasta arida di voce.
Non disse niente.
A rifletterci, era qualcosa di troppo insolito per cercare di dire qualche cosa.
Una cosa qualsiasi, nell'accorgersi che lui si era distanziato e l'aveva riadagiato
fra le coperte, l'aveva guardato, si era immerso nella sua clavicola per lasciare
tracce di carezze umide e calde che - onestamente - Subaru non aveva mai sperimentato.
L'esperienza gli trasmise un brivido che dilagò nelle cellule come miele
diluito, le labbra di Seishiro premevano sensuali contro i capezzoli e scivolavano
lungo l'ombelico, risalivano ancora e giocavano con la carne del lobo dell'orecchio,
accarezzando, mordicchiando.
« Subaru-kun.» la voce ondeggiava irreale. Per un attimo ne discusse
la reale provenienza
« Rilassati...» proseguì, tono basso e suadente. Avrebbe
voluto annuire, mentre le dita esploravano il collo e la linea delle spalle.
Sollevò le mani per toccargli i capelli, lui si abbassò per permetterglielo
mentre i polpastrelli fini sfioravano la capigliatura brune e le labbra così
piccole si seminavano incerte sul petto nudo, tuttavia non distrassero l'uomo
dalla sua perlustrazione.
Subaru si morse con forza le labbra nel tentativo di trattenere un ansito nel
momento in cui Seishiro migrò fino al suo inguine e, sebbene questi si
fosse accorto della tensione che accartocciava il corpicino di lui così
vicino, non diede segno di prestarvi attenzione.
Udì provenire un piccolo singhiozzo, le dita graziose si contrassero
contro la sua nuca quando risalì di nuovo quella curva così dolce.
Sembrava proprio non sapere cosa fosse il piacere, si disse, soffermandosi sul
volto insicuro.
Quasi lo assimilò nello stringerlo per riportarlo supino sui cuscini.
Toccò la bocca con la lingua, in un lieve assaggiò di cui il sedicenne
cercò di godere appieno.
Si sentiva leggero.
E... caldo?
Era l'effetto della pelle di Sakurazukamori-san e di quello strofinio sulla
sua, così... invitante?
« Ssssh.»
Subaru ricacciò indietro i frammenti di pensieri che vorticavano nella
sua testa come fuliggine in un ciclone.
Non parlare, non pensare.
Le mani di lui gli sfiorarono le cosce morbide per divaricarle. Rabbrividì
e lo sentì piegarsi in avanti, su di lui.
Singhiozzò.
« Ah...»
« Subaru...»
« Sa... Saku...» boccheggiò, con uno spasmo, percependo il
sopraggiungere di una timida parvenza della sensazione sgradevole con cui conviveva
spesso, ma stavolta la sentì dissolversi nell'onda decisamente più
travolgente che minacciava di investirlo in pieno.
Le gocce salmastre sulla pelle di Seishiro si sfregarono nell'attrito fra i
due corpi. In fiamme, l'uomo si lasciò sfuggire un gemito mentre i rimasugli
della voce dell'adolescente aleggiavano sui suoi sensi senza penetrarli sul
serio, avvolto com'era nella contemplazione della propria estasi.
« ti pre...» ma la supplica si sgretolò in un suono strozzato
nell'attimo in cui affondò in lui con tale trasporto da trascinarlo lontano
da ogni pensiero. Annullandolo.
E qualunque anomala sensazione quell'uomo avesse risvegliato in lui, pensò
un Subaru svuotato poco dopo, era sicuramente qualcosa di mai provato prima.
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L'uomo ebbe la sensazione che qualcuno avesse ghermito con forza il suo cappotto. Si voltò e, in quel momento, Hokuto ebbe la sua occasione di sgattaiolare nel vagone senza essere notata, facendo al fratello un cenno di vittoria. Tranquillizzato, il ragazzo occupò un posto accanto al finestrino, aspettando il sorvegliante affiancatogli dalla famiglia.
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Recuperando i calzoni, non poté fare a meno di osservare
Subaru un'altra volta. Serenamente abbandonato fra le lenzuola, gli sembrò
così piccolo da fargli temere che il letto così grande potesse
inghiottirlo. Si vestì senza fare troppo rumore, scivolando giù
dal materasso.
« Ungh...» il ragazzino si stropicciò gli occhi assonnati
e si tirò lentamente a sedere, sorreggendosi la testa con una mano per
qualche secondo. Poi, guardò Seishiro sulla soglia.
« Oh, i soldi te li ho lasciati lì.» e indicò il
cassettone su cui li aveva appoggiati.
« Mh, va bene.» biascicò il piccolo amante, la voce ancora
arrochita dal sonno
« Allora ci vediamo.» e gli fece un cenno con un sorriso accennato.
La porta si chiuse.
E lo lasciò solo a fissare le coperte spiegazzate e pregne di quell'odore
forte.
Appoggiò la testa indietro e il giorno batté sulle sue palpebre
con calda energia, fino a farle dolere. Era tutto così strano.
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« Avevo ragione
o no, sul piccolo Subaru?»
Fuuma lo attendeva con indosso una camicia e un pantalone che pareva invocassero
a gran voce una bella stirata.
« Se dico che sto per deluderti, tu te la prendi?»
« Oh, certo che no!» sghignazzò il ragazzo
« Beh, era tutto assolutamente perfetto.» commentò l'uomo,
stiracchiandosi con evidente piacere.
« Mh, allora Sumeragi-san si è dato da fare...» mormorò
Fuuma con una certa malizia.
Seishiro, nell'atto di andarsene, tese le orecchie nel sentire quel nome.
Non si sarebbe mai aspettato di trovarlo in un simile posto... Però la
somiglianza era davvero innegabile.
E quegli occhi, poi...
Erano inconfondibili.
_+_
Note...
26 Giugno 2005, ore 22:42. Per chi credesse o sperasse in una SubaruxKamui...
TIÈ! GHGHGH! E lungi da me l'idea, ci stava solo bene la scena del primo capitolo,
quindi ritirate maledizioni e bestemmie perché credo che questa prova
sia sufficiente... o no? Beh, sappiate che non è la sola ^_* e sappiate
anche che, a parte alcuni ritocchi, la trama di 'Flesh' è imbastita,
manca solo una stesura un po' più accurata. Grazie ad Asuka per aver
sopportato tutto il pezzo lemon in anteprima. Ho gradito di meno il fatto di
essere, secondo lei, 'la Tinto Brass letteraria'... T___T!
Oh beh, sempre meglio di Melissa P.!
Stay tuned!
Juuhachi Go @ "No Hope for Cinderella"