[X, TYOB] Pretty Piece of Flesh

Titolo: Pretty Piece of Flesh
Fandom: X, Tokyo Babylon
Personaggi: Subaru Sumeragi, Seishiro Sakurazuka, Hokuto Sumeragi, Kamui Shirou, Fuuma Monou, fugaci apparizioni di OC e altra gente
Parte: 1/8 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8
Rating: NC17
Conteggio Parole: 32193 totali (LibreOffice)
Note: omosessualità, underage, nsfw, AU, OOC e generica vergogna per cosa e come scrivevo E CHI SCRIVEVO. Per evitare di reinserire un capitolo per post di una fic tanto vecchia, gli altri capitoli sono linkati qui sopra, e rimandano, aperti in una nuova finestra, alla vecchia versione manuale dell’archivio.

Pretty Piece of Flesh
I. DIGGIN’ MY WAY
«Lo farò io.»
«Ti metterai nei guai con Fuuma.»
«Oh, beh…»
«E poi, andiamo, tu sei mio fratello, quasi!»
«Non lo faccio certo perché mi piaci. Preferisci sia uno sconosciuto?»
«No… cioé…»
«Non preoccuparti per me, saprò cavarmela, se Fuuma avrà qualcosa da ridire. Piuttosto, qua con te non andrà molto per il sottile. È per questo che voglio… prepararti. È una cosa per niente piacevole, se non sai nemmeno…»
Si interruppe. Evidentemente, l’altro stava pensando a ciò che aveva appena sentito, ma lui si affrettò a interromperlo, rispondendo a quegli occhioni con un sospiro preoccupato.
«Tsk. Proprio tu…»
«Andiamo.»
«Mh.» assentì, guardandolo in viso di sfuggita. Era un malinconico déja-vu di quando lui si era trovato nella stessa situazione.
«Rilassati, renderai tutto più semplice, mica ti deve passare addosso un TIR!»
«Ma se mi hai fatto una testa così perché era tanto squallido e disgustoso!» si indignò il ragazzo
«Coglione, lo è, se non sai chi è chi ti tocca!» replicò seccamente l’altro, con un bagliore di irritazione sempre più evidente nelle iridi azzurre.
«… Comunque, forza, via i vestiti.» impartì
«Hai davvero uno strano modo di cominciare.»
«Poco sarcasmo.». Gli si avvicino e fece scorrere le dita contro la maglia in microfibra per sfilarla in un attimo
«Ehi, Subaru.» mormorò sulle sue labbra «Mi dispiace.». Aveva un tono decisamente meno sbrigativo. Silenziosamente, l’interessato gliene fu grato. Fece un cenno di diniego col capo, come per dire che non era poi così importante. Lo sguardo, in quel mentre, era rivolto dall’altro lato.
«Shhh…» sussurrò l’adolescente, nella curva morbida del suo collo.
Obbedì.

«Non fare quella faccia, su!».
«Non ho nessuna faccia!» rise, sotto l’espressione di lucido smeraldo così uguale alla sua e così profumata di quel calore delizioso che gli ricordava tanto… casa.
«E invece…» il viso grazioso si fece più vicino «… ce l’hai!» ridacchiò, tirando su la piega pensierosa delle labbra di lui con gli indici, per incurvarle in un sorriso che divenne reale quando suo fratello cercò di fuggire.
«Davvero.» tornò a rassicurarlo, un po’ meno giocosa «Andrà tutto a posto, tutto come abbiamo progettato. Dove credi che potrei andare, se sapessi che tu sei rimasto senza di me, eh?»
«Hokuto-chan.»
«Eh?»
«Non voglio separarmi da te.»
«Ma zitto, Casanova da strapazzo!» commentò la gemella, con un sonoro scappellotto. Massaggiandosi il collo (che non gli faceva male), Subaru non poté fare altro che essere fiducioso della sua previsione.

«Ahi.» si lamentò, senza dimenticare però il proprio autocontrollo, mentre tentava di tirarsi su a sedere sul materasso
«Ma quanto sei lagnoso!» lo apostrofò la voce assonnata del ragazzo disteso al suo fianco, con scarso entusiasmo «Mettiti allungato un altro po’…» mugugnò, sistemandosi con la testa sul braccio e socchiudendo le luminose orbite marine. Subaru si stagliava nella luce abbacinante del sole. Dovette ammettere che quella bellezza eterea gli dava la sensazione di trovarsi al cospetto di uno spettro. Una sensazione di tristezza infinita.
«… le prime volte i tuoi muscoli non saranno contenti, poi ci farai l’abitudine…» biascicò con il solito tono spiccio. «Devo riconoscere…» ridacchiò «… che da sopra le cose sono davvero diverse, sì.».
Il sedicenne non gli prestò attenzione.
Abituarsi.
… Bah.
«Kamui.»
«Che c’è?»
Avrebbe voluto chiedegli qualunque cosa, per non rimanere solo in quella stanza, una volta che Kamui avesse finito di rivestirsi.
«…»
«Sei proprio un bambino.» mormorò questi, con un’occhiata intenerita nella sua direzione, i calzoni in mano
«E tu ti stai ficcando i pantaloni al contrario, latin lover!».
Il coetaneo li infilò di nuovo, con uno sbuffo irritato. Sentì il giovane ridere debolmente e gli lanciò un calzino appallottolato, ma i riflessi pronti di lui poterono benissimo afferrarlo.
«Qualunque cosa mi volevi chiedere… non avrei mai permesso di farti finire sotto a chissà chi.»
«Ti voglio bene, Kamui-chan.»
«Eccolo che ricomincia a fare lo smielato!» cantilenò, facendogli il verso mentre l’altro recuperava i suoi vestiti.
Era già uscito quando Subaru si era alzato dalle lenzuola. Si piegò in avanti ed avvertì un senso di leggera nausea quando il gelo delle piastrelle toccò le piante dei piedi nudi.
In piedi, i propri abiti fra le mani, sotto un sole così accecante da apparire bianco, sentì che qualche cosa l’aveva prostrato.
Abitudine.
In un qualche modo, capì che Kamui aveva ragione da far schifo.

Note… 22 Giugno 2005, ore 14:58. Beh, cosa dire, ho mandato a monte tutti i miei progetti scrittori per imbarcarmi in questa nuova impresa. Non ho una trama ben precisa già sviluppata, ma questo è sicuro: ne vedrete delle belle, compreso un po’ di motivato OOC *ehm…* come esperimento, sempre a patto che molti fra i miei abituali lettori *cough* non mi massacrino dopo questo primo capitolo che, scommetto, non è poi così chiaro, anzi. Credetemi, il mio orgoglio di SubaruxSeishiro ha dovuto cedere il passo all’ispirazione… per questo brevissimo istante. Stringete i denti… A presto col secondo!
Juuhachi Go @ “No hope for Cinderella”

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