Titolo:Et dans la nuit sombre, nos corps enlacés
Fandom: Inglorious Basterds (Bastardi Senza Gloria)
Personaggi: Hans Landa, Shoshanna Dreyfus
Parte: 1/1
Rating: NC17
Parole: 880 (LibreOffice)
Note: NSFW, violenza
La verità è che la Francia gli fa schifo e i francesi gli sanno di damerini con un palo in culo che metà basta – oltretutto lo strudel che fanno è mediocre, ma dieci punti in più per la panna, freschissima e densa al punto giusto.
Persino la carta da parati che è stata stesa di recente sui muri della sua lussuosissima stanza d’albergo è così maledettamente francese che gli fa prudere il naso, ma (e tutto il filo dei pensieri si spezza) la bocca gli si apre sulla pelle di Emanuelle Mimieux e sul suo odore morbido e gli fa scappare un mezzo respiro deliziato.
A dire la verità, Landa non è neppure sicuro di aver capito come Emanuelle ci sia finita, nel suo letto, e si puntella sui gomiti, il respiro pesante, per guardarla fra le lenzuola sgualcite. Fissa i lunghi capelli biondi arruffati fra i cuscini, l’azzurro pallido dei suoi occhi e la lingua che fa appena capolino dalle labbra appena socchiuse. Si sarebbe sinceramente aspettato di vederle quantomeno le pupille dilatate dal desiderio o cose così, ma la ragazza è francese, si dice, mica tedesca – francamente non ha nemmeno voglia di saperlo, quanto veramente sia ariana.
Indugia con gli occhi su di lei e un piccolo sorriso gli curva un angolo della bocca: nessuna ha più soldi per comprare calze, le donne che ancora vogliono portarle disegnano un righino di matita nera sul polpaccio nudo, ma i polsi della ragazza sono stretti nel nodo scuro delle calze tenute fra loro. Con le braccia così, legate sopra la testa, può vedere il seno che ondeggia lieve al ritmo del respiro affannato, e scende a succhiare e a mordere (con più forza del necessario, altrimenti che gusto c’è?) uno dei capezzoli induriti dal freddo. Tenuta ferma dall’osso del suo bacino, Emanuelle s’inarca sotto di lui gemendo qualcosa di incomprensibile. Lui ride, l’erezione che, già mezza solleticata dal corpo nudo sotto di lui, s’indurisce mentre accarezza quello stomaco liscio con la punta della lingua, circondandole l’ombelico. Senza preavviso, affonda i denti, e lei si accartoccia, prima rabbrividendo di piacere, poi lasciandosi sfuggire un gemito di dolore quando Landa tiene la carne fra i denti con l’intento serio di morderla.
«Sapete, Mademoiselle,» sussurra, incapace di controllare l’inflessione del proprio francese mentre scivola più in basso fra le sue cosce «potrei chiamare in qualunque momento il soldato Zoller e dimostrargli che non era poi così difficile farvi accondiscendere…»
Emanuelle freme soltanto, senza una parola – non geme neppure, la cocotte, ma gli potesse prendere un colpo se Landa non riuscirà a fargliela aprire, quella bocca, pensa, allargandole le ginocchia. Si acciglia per un secondo, senza nemmeno guardarla in faccia mentre finge di pensare a cosa fare.
Ghigna: Emanuelle potrà avere le pupille strette quanto le pare, ma è rossa e gonfia e Landa passa appena un polpastrello sulla sua apertura, senza quasi sfiorarla, e osserva divertito la traccia traslucida che si lascia dietro mentre le strappa, finalmente, un ‘ah’ mezzo strozzato.
Quasi scrolla le spalle, come a dirle ‘beh, fine dei giochi’, mentre passa le braccia dietro le sue gambe, aggrappandosi dietro la sua schiena. Trattiene il respiro, le labbra che si schiudono senza emettere fiato mentre la penetra in una spinta sola. Geme prima di rendersi conto di averlo fatto – francese o non francese, Mademoiselle è morbida e bagnata e stretta, le pareti gli si avvolgono addosso come a volercelo tirare, dentro. Landa le solleva il bacino e comincia a spingere più in fondo, più forte, più serrato, finché Emanuelle grida combattendo palesemente con la voglia di mordersi la lingua, abbassando le braccia in un gesto convulso e incastrandogli la testa fra i polsi legati.
La sua giacca giace penzoloni sull’angolo del materasso, Landa rallenta un attimo per cercare, a tentoni, il coltello a serramanico da qualche parte nell’interno – fortuna che la fibbia ciondola un po’. Lo afferra e taglia il nodo in un gesto secco, lanciando il coltello chissà dove e lasciando che Emanuelle si aggrappi al materasso e segua le sue spinte dondolandosi, per farlo affondare ancora di più.
A mezzo millimetro da lei, Landa le osserva in faccia un’espressione (finalmente!) a metà fra il riso e la smorfia, e alza un attimo gli occhi al cielo perché sta quasi quasi quasi per venire, quando Emanuelle si avvicina al suo orecchio fra una spinta e l’altra.
«Au revoir, Hans,» e Landa vorrebbe dire ‘eh’, ma una mano di lei corre difilato sotto al cuscino – in uno spruzzo, la sua testa ballonzola avanti e indietro un istante, con tanto di sonoro crack di una vertebra cervicale, mentre il proiettile gli esce dal retro del cranio e si conficca nella libreria attaccata alla parete.
*
«Scheiße!» urla, scattando a sedere sul letto come una molla. Fuori, un pezzetto di luna s’intravede dalle tende, l’altro lato del matrimoniale è ordinatamente rifatto in (confortante) segno di solitudine, il che autorizza Landa a calmarsi e a lasciare che il sudore gli si ghiacci un attimo sulla faccia mentre ci strofina sopra le mani. Ed è in quel momento che la consapevolezza gli addensa il sangue e glielo gela. Quasi si ficca tutte e dieci le dita negli occhi nel pensare, all’improvviso, a due piedi che quasi si slogano correndo nudi sull’erba.
È lei.
Shosanna Dreyfus.
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A/N 15 febbraio 2013, ore 3:59. NON GUARDATE ME. Io trovo che Marcel e Shosanna siano tipo la cosa più bella di Inglorious Basterds, che in realtà (sì, sono in ritardo di quattro anni, ne sono consapevole) trovo meno coeso a livello di sceneggiatura rispetto al Tarantino a cui sono abituata, the things I do for love, direbbe qualcuno, e comunque ammetto che mi sono divertita, chi non si diverte a scrivere porcate invece di decedere a letto per un principio di otite. COMUNQUE! CIANCIO ALLE BANDE, NON GUARDATE ME, DICEVO, PERCHE’ LA COLPA È DI SERENA. Auguri (in ritardo, giustamente), mia cara u__u! Non credo di averli centrati granché, e probabilmente non era nemmeno il tipo di impostazione che volevi ;_;, still è scritta con amore e temo di non poter fare meglio di così .___.! Però il POV di Landa, IC o meno che sia, m’ha divertita! *affonda nella vergogna* Il titolo è un verso della versione francese di Lili Marlene. E avrete capito tutti che questo è un p0rnfest!fill mancato, immagino!