[Nôtre-Dame de Paris] Noose

Titolo: Noose
Fandom: Nôtre-Dame de Paris
Personaggi: Claude Frollo, Esmeralda, vari
Parte: 1/1
Rating: PG13
Conteggio Parole: 915 (LibreOffice)
Note: AU, avvertimenti a sorpresa

Noose

«Allora?»
Arrivato sul posto, Javert osservò i due poliziotti con un fremito d’impazienza a scuotergli i baffi: li aveva trovati con le teste alzate a guardare la palazzina grigia che si stagliava contro il primo mattino d’inverno, altrettanto grigio e poco invitante.
I due agenti si strinsero appena nelle spalle.
«Aspettiamo che scenda la scientifica, ispettore,» si affrettò a spiegare uno dei due, spostando gli occhi sui due teli bianchi stesi sull’asfalto del parcheggio.
Doveva essere un novellino con poco pelo sullo stomaco: la sua occhiata non durò più di un palpito di ciglia, e, anche alla luce funerea che filtrava dalle nuvole, gli sembrava decisamente troppo pallido per gli standard di un uomo tranquillo.
«Bah, andiamo,» disse seccamente: gli uomini della scientifica stavano uscendo dal portone d’ingresso. Mossi dal cenno dell’ispettore, gli agenti lo seguirono all’interno, tutti più o meno religiosamente intimoriti: Javert lo chiamavano La Giustizia per ragioni ben precise, e nessuno di loro era particolarmente felice di trovarselo operativo e di pessimo umore, due ore prima dell’inizio del turno e con solo due caffè al posto dei quattro abituali.
Prima di sparire dietro il portone, Javert esaminò i dintorni: cemento, qualche raro cespuglio di oleandro mal potato, grossi bidoni della spazzatura sparsi qua e là, carichi di grossi sacchi di plastica nera. Nessuna macchina di grossa cilindrata parcheggiata davanti casa, nessuna serranda alzata alle finestre. Più in là, le prostitute avevano spento i fuochi e s’erano appollaiate ad aspettare alle pensiline degli autobus, mentre grappoli di disperati di ogni sorta ed etnia si ritiravano nelle loro tane.
Non c’era da stupirsi che accadessero fattacci di sangue del genere. Del resto, in secoli e secoli di storia, Parigi non era mai cambiata, si disse, salendo le scale e cercando di non badare al fiatone che gli arrossava le guance.
«Allora, qualcuno che mi ragguagli senza farmi perdere troppo tempo?» domandò, infilandosi nello spazio della porta blindata.
«Niente, ispettore,» gli rispose un agente, allargando le braccia «questo è un quartiere in cui i matrimoni misti sono frequenti. Abbiamo raccolto un po’ di testimonianze, la madre era una poco di buono, bella donna, se n’è andata quando la figlia ha compiuto dieci anni. Gli inquilini non hanno voluto dirci di più, se la sono parecchio presa per non aver dormito tutta la notte… Qualcuno dice che hanno litigato tutta la notte.»
Javert inarcò un sopracciglio.
«Padre e figlia?»
L’agente annuì: «Padre e figlia. A quanto pare, più che parole si sentivano urla e piatti rotti, ne abbiamo ritrovati un po’ sul pavimento di cucina, possiamo escludere la colluttazione con estranei.»
«Mhhh. Parlami del padre?»
«Ci stiamo lavorando, ma pare fosse un addetto al rimborso spese in una ditta di pneumatici. Uno dei nostri è già al lavoro col database. Probabilmente un impiegato di medio rendimento, nessuna promozione, stipendio mediocre. Nell’armadio della figlia, però, il guardaroba sembra molto al disopra delle sue possibilità.»
«Uhm, precedenti per furto e taccheggio?»
L’agente scosse la testa.
«I vicini hanno ripetuto che ci teneva che la figlia andasse in giro vestita come una principessa. Poi, però, si lamentava del fatto che avesse troppi occhi addosso.»
«Quindi è possibile che qualcuno del quartiere gli abbia fatto scontare una reazione un po’ troppo violenta per un’occhiata e abbia voluto farlo sembrare un’incidente?»
«Non credo. Qui è pieno di spacciatori, non assassini. La scena era pulita, troppo pulita anche per un professionista. Ci sono solo le loro impronte. E tutti dicono che il padre non fosse più lo stesso, più o meno da quando la madre se n’è andata di casa. La signora Magloire, terzo piano, non la smetteva di borbottarlo per tutto il tempo che le ho fatto domande.»
«Mh.»
«Mi dispiace, ispettore, penso proprio che le cose non siano molto diverse da quel che sembrano.»
«Praticamente, il padre, in un accesso di depressione, litiga con questa figlia troppo bella, che è tutto quel che gli resta, e si getta con lei dal balcone del quarto piano» sciorinò Javert, l’eco che rimbombava su tutto il pianerottolo.
Un fremito corse sulla pelle di tutti i vicini che si erano ammassati sull’orlo delle scale, oppure con l’uscio socchiuso.
«Ripetimi i nomi?»
«Claude Frollo, 35 anni, ed Esmeralda Frollo, 15.»
Contrariamente alla propria etica professionale, Javert si fece sfuggire un pesante sospiro e scese il primo gradino in direzione del terzo piano.
«Un attimo solo.»
Javert e il giovane agente si voltarono immediatamente sui propri passi: l’inquilina dell’appartamento di fronte – Baptistine Myriel, stando alla targa sul campanello – bianca e trasparente tanto era sottile, li guardò con due occhi azzurri enormi e sperduti, la crocchia di capelli bianchi tutta scarmigliata.
Si fece rapidamente il segno della croce.
«Girano brutte storie, su Claude ed Esmeralda Frollo. Così brutte che qui tutti facevano finta di non sentire e di non vedere… Brutte, brutte storie! Qualcuno dice anche che la madre se ne fosse andata per disgusto di quello che sarebbe successo in casa sua, prima o poi!» balbettò, quasi con le lacrime agli occhi «Quella piccina! Non ne poteva più, di suo padre! E forse, a dire la verità, neppure suo padre ne poteva più, e così l’ha–»
«Venga, signora, si sieda» la esortò Javert, riconducendola in casa. Fece sedere le sue ossa tremanti sui quattro cuscini smunti del divano, mentre l’agente accorreva con un bicchiere d’acqua di rubinetto frettolosamente riempito nel tinello.
Baptistine ne prese un minuscolo sorso, si torse le mani, lisciò la stoffa umile della vestaglia.
Poi, deglutì e, lentamente, cominciò a raccontare.

~

A/N 15 aprile 2011, ore 1:59. Follia venuta in mente in un lampo di genio un’ora fa, mentre scrivevo la mia brava what if Frollo/Esmeralda di svolgimento a dir poco ostico XD. Prendetela per quello che è, come un omaggio un po’ omnicomprensivo al bravo Victor, e come una fulminata scritta sotto l’influsso di “The Noose” degli A Perfect Circle, oltre che un omaggio stupido al fatto che sto leggendo “I Miserabili” XD! Lo so che tecnicamente è più una fic su un romanzo piuttosto che l’altro, ma mi servivano per lo pseudo-effetto-sorpresa (che scommetto vi sarà servito ‘sta ceppa XD)! Ammetto che Quasimodo sarebbe stato un inquilino più emblematico, ma Baptistine era una vecchina perfetta… Grazie di aver letto!

Juuhachi Go.

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