Titolo: Seven nation army
Fandom: Final Fantasy XII
Personaggi: Gabranth
Parte: 1/1
Rating: PG
Conteggio Parole: 538 (LibreOffice)
Note: spoiler sul vero nome di Gabranth? lieve what if in quanto durante gli avvenimenti raccontati non avrebbe dovuto essere un ragazzino, I guess? Terza classificata alla V Minidisfida del fu Criticoni.
Essere parte fondante e convinta di una nazione è un concetto che passa attraverso infiniti altri come una retta per infiniti punti – e Gabranth forse non è la convinzione fatta uomo (fondamentalmente perché, più la malattia dell’imperatore Gramis avanza, più lui associa il volto del comando con quello di Vayne Solidor, e questo non gli piace, non per la salvaguardia di Lord Larsa), ma non riesce a dimenticare il momento preciso in cui l’ispirazione ha messo grandiose radici dentro di lui.
Il vergognoso annientamento della Repubblica di Landis resta una cosa a cui ripensa con dolore, rabbia e sconfitta – è tutto un gorgo di affetti e odi, se comincia a rimuginarci troppo.
Eppure, assieme a loro, c’è un ricordo più vivido di altri, poderoso ed emolliente come un balsamo – quasi salvifico, a volerla dire tutta – a cui non può fare a meno di ricorrere quando le circostanze lo richiedono.
*
Quando sei ragazzo, tutte le cose hanno una consistenza e un sapore diversi, persino l’abbandono di un gemello si carica di un dolore bruciante che, per una manciata di attimi, svanisce sotto la rete di qualcosa di più incommensurabile.
Lui se n’è accorto quando ha visto la guerra.
Non una visione generale e fuggevole, ma proprio il passaggio lento e solenne dei soldati con le pesanti armature chiazzate di sangue – quello che scorreva anche nelle sue vene – attraverso le vie della capitale messa in ginocchio.
Li aveva osservati marciare a lungo, nascondendosi fra le luci e le ombre dei palazzi, in una scenografica parata di veicoli e aeronavi.
Nessuno degli archadiani invasori cantava: non per una qualche forma di rispetto – Noah lo sapeva, da bravo aspirante soldato – quanto piuttosto perché tutto quel potente concerto di motori e ferraglia cantava per loro, un silente, ammonitorio testamento di superiorità che imbeveva come sangue la sua terra natìa, già ingrassata di cadaveri che lo scenario che si dispiegava davanti ai suoi occhi era ben utile a fargli dimenticare.
La forza degli uomini.
Capiva benissimo perché Basch ne avesse tutta quella paura – quella era la spinta brutale e continua di un mondo che si muoveva a scossoni, e non al ritmo dei suoi pensieri.
Restare fuori dalle sue maglie d’acciaio – fuori dalla Storia e dal ruolo che Noah sentiva cucito sulla pelle, vuoi per carattere, vuoi per educazione – significava morire in un anonimato offensivo non tanto nei confronti del proprio orgoglio, perché un uomo degno di questo nome sapeva in quanta misura mostrarne, ma nei confronti di Landis.
I suoi frammenti superstiti, sparsi nel vento e nella polvere, potevano essere di ben poca utilità, esiliati dal corso delle cose – se opporsi era ugualmente inutile, tanto valeva costruire un futuro scavandosi un posto nel nuovo assetto del mondo.
La luce del tramonto gli scintillava negli occhi, mentre, sudicio e ancora stordito, con un taglio sul labbro e un livido sullo zigomo causati chissà dove nel tonante fragore di esplosioni in cui si era trovato invischiato, si accodò di soppiatto ai soldati, cercando di ricacciare in un angolo del cervello tutti quei pensieri che gli assalivano la mente come fiotti di Mystes.
Scosse la testa.
I tempi cambiano. Gli uomini pure.
Gli imperi – sogghignò, incapace di trattenersi – erano fatti anche per cadere, dopotutto.
~
A/N 11 febbraio 2009, ore 0:08. Ho consegnato questa storia a cinque minuti dalla scadenza della V Minidisfida di Criticoni, dopo aver ponderato sulla mia partecipazione per, tipo, un paio d’ore, ed averla scritta in una mezz’oretta. XD Sospetto di non aver mai pubblicato nulla a un ritmo così frettoloso, nemmeno con la Disfida XDDDDD e mi sembra altresì di avere un grosso debito verso Nausicaa XDDDD perché il concept di questa ficlet è tutto suo, io ci ho messo la tremenda voglia che avevo di scrivere su Gabranth, nonché il mio neonato amore per le (pseudo-)warfic. Spero davvero che vi sia piaciuta almeno un po’!