[Angel Sanctuary] Sere Nere

Titolo: Sere Nere
Fandom: Angel Sanctuary
Personaggi: Setsuna Mudo, Sara Mudo
Parte: 1/1
Rating: PG
Conteggio Parole: 378 (LibreOffice)
Note: incesto, also avevo tredici anni ed è l’unica rimasta in giro delle prime fanfic che pubblicavo, basta come warning?

Sere Nere

Senza te ho combattuto il silenzio parlandogli addosso
E levigato la tua assenza solo con le mie braccia
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più sarò con te, con te, con te
Lo giuro

(Tiziano Ferro, Sere Nere)

Come il bacio di un serpente.
L’ho baciata, le ho mentito, spero di averle conficcato un coltello nel cuore che non le permetterà mai più di pensare a me come a un uomo, ma nemmeno come a un fratello.
Sara, Setsuna che ti ha sempre consolato è uno stronzo, bugiardo come Giuda, perché ti ama fino all’osso e il sangue che ci unisce brucia come un castigo infernale.
La pioggia non riesce a raffreddarlo, Sara… e non esiste donna più magnifica di te in tutto l’Universo, sei troppo dolce, troppo buona, troppo fragile eppure fortissima e le tue labbra troppo calde, troppo desiderabili, troppo puerili, troppo… troppo tue. Troppo, troppo, troppo… e da quando starti vicino per proteggerti non mi basta più?

E da quando mi è mai bastato?
Dio, non mi abbraccerà mai più dicendo ‘ti voglio bene’, ma nemmeno si farà serrare nella mia stretta per dirmi che mi ama…
Non sarebbe dovuto accadere nemmeno fra mille anni, cara sorella.
Spero che tu sia ancora in tempo per salvarti, ora che ti ho ridotta in briciole.
Voglio vederti sveglia in una mattina di sole per sentirti enunciare di esserti innamorata dell’uomo giusto, che non sono e non sarò io.
Infelice. Sarò così. Non so se esista in questo maledetto mondo un uomo che ami te con almeno un millesimo dei miei sentimenti.
Intanto rimani la mia piccola sorellina, nessuna preghiera muterà questo.
Dio non può più sentirmi…
Voglio gelare qui, stringendo il dolore vibratoti, cadere sull’asfalto con un peso non mio ma di una statua di ghiaccio, negli occhi morti ancora l’abbozzo del tuo piangere sincero che mi grida la tua salvezza.
Libera da questo peccato, al contrario di me che lo trascino come una pietra pesante e sporca da una vita fino alla meta dell’oblio.
Ma sono già morto, non ho nessuno da proteggere, sei oramai al sicuro, l’unico atto d’amore che mi sono potuto permettere è stato insultare il mio bacio.
Sara, ti amo.
Solamente come Setsuna, come uomo, come disperato, come una stella cadente prima di un desiderio.
Piango perché l’unica stella si è bruciata fra il sale delle tue lacrime…
Eppure sono un uomo che vorrebbe bastarti.
Mentre Dio è insordito dal carillon della pioggia.
Non vuole sentire che ti amo.

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