Titolo: My face in thine eye, thine in mine appeares
Fandom: X
Personaggi: Subru Sumeragi, Hokuto Sumeragi, la signora Sumeragi
Parte: 1/1
Rating: PG13
Parole: 180 (Word 2019)
Note: per il Writober 2020; spoiler sul volume 12 e qualche immagine disturbante
My face in thine eye, thine in mine appeares
[Writober 2020] #08 – Occhio
Al suo risveglio, l’anestetico sembrò tenere talmente a lungo da frustrare tutte le sue velleità di martire: la sensazione, del tutto nuova, della visibilità ridotta, lo faceva sentire come un pesce rosso sbatacchiato nella sua boccia di vetro. Ad ora di cena, salutò quasi col broncio l’arrivo del suo rancio sciapito, l’antibiotico che rilasciava le ultime gocce lungo il tubicino della flebo. Dovette passare qualche ora perché il dolore gli aggredisse tutta la testa come un lungo artiglio, a ricordargli che sì, qualcuno gli aveva davvero scavato l’orbita maciullata con un cucchiaino, rimpiazzandogli l’occhio con un pezzo di vetro opaco. Scivolò fra le coperte, il dolore talmente intenso da dargli la nausea. Si frugò la coscienza, in cerca di un minimo sindacale di vergogna, ma vi trovò solo soddisfazione: adesso erano la stessa metà incompleta dello specchio.
Allo scattare del coprifuoco, tutti i neon si spensero come per un sortilegio. Subaru si addormentò solo grazie a una massiccia dose di farmaci. Nel sonno, si rigirava inquieto nel letto: sul davanzale, un falco si beccava con attenzione le piume del dorso.
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A/N 8 ottobre 2020, ore 22:01. The Good Morrow di John Donne, cui ho rubato il verso che mi fa da titolo, è una di quelle poesie che mi sono rimaste impresse a fuoco dalle Superiori, e probabilmente, negli ultimi anni, la roba della metà incompleta dello specchio mi sarà sicuramente scappata altrove, ma il concetto dell’amore come completamento che vuole comunicare è sempre una cosa che sovverto con piacere, anche quando i risultati sono un po’ sciatti e triti, come in questo caso.