[Final Fantasy XII] Reeling

Titolo: Reeling
Fandom: Final Fantasy XII
Personaggi: Ashelia B’Nargin Dalmasca, Basch von Rosenburg
Parte: 1/1
Rating: NC17
Conteggio Parole: 2482 (LibreOffice)
Note: nsfw, scritta per il P0rn Fest #2 @ fanfic_italia e io non mi ricordavo neppure esistesse

Reeling
[Italian P0rn Fest #2 @ fanfic_italia] Basch/Ashe – “Non sono poi così santo…”

È ora di pranzo nella Pianura di Ozmone.
Grosse bolle di grasso caldo scoppiettano sulle fette di chocobo messe ad arrostire sulla brace. Mentre Balthier – con una perfetta faccia di bronzo – rimuove i resti del piumaggio marrone della bestia, si lamenta di come sia crudele che animali tanto vigorosi debbano essere trattati alla stregua di dispense su zampe, e prende a lucidare il fucile che l’ha meticolosamente impallinato.
Vaan, intanto, sta versando sui filetti un liquido che nessuno ha intenzione di identificare, a giudicare dall’aspetto ammaccato e malconcio della fiaschetta che lo contiene, e il suo odore pungente infastidisce gli acuti sensi viera di Fran, che si allontana in cerca di aria pulita.
Penelo – a cui è stato tassativamente ordinato di non trafficare con nulla che riguardi il cibo – si limita a girare la carne per evitare che Vaan si ustioni le dita a ogni tentativo. Al suo trentesimo ululato di dolore nel giro di trentacinque minuti, non può fare altro che dargli dell’imbecille e tentare di massacrarlo infilandogli la fiaschetta nella trachea.
Basch richiama i due bambini del gruppo alla calma, intento a ripulire le armi usate per la caccia, lanciando occhiate ad Ashe di tanto in tanto, perché la sua protetta si sta dando da fare come nessuna principessa dalmasca ha mai fatto a memoria d’uomo.
Non le piace che gli altri suppongano di doverla servire, riverire e concepire come un peso, perciò si accolla spesso e volentieri lavori anche poco piacevoli, durante i quali il suo orgoglio di ferro la sostiene più di quanto non faccia la forza fisica.
Ora, ad esempio, sta trascinando in un mucchio gli ossi e gli scarti del chocobo per potersene disfare prima che mosche e altri insetti arrivino a banchettare vicino all’accampamento.
Per quanto Basch abbia potuto staccare e dilaniare carne e sangue dall’animale, non si tratta comunque di un’operazione pulita e indolore. Se lei non gliel’avesse vietato senza mezzi termini, la aiuterebbe volentieri, ma ritiene più prudente non incorrere nel suo broncio, e resta a guardarla mentre lei gli dà la schiena, sbuffando e spostando.
Sorride, sinceramente orgoglioso di lei, stando ben attento a non farsi notare, mentre la osserva scendere una piccola duna erbosa, sotto la quale scintillano le acque chiare di un laghetto.
Ashe sciacqua rapidamente la fatica via dal corpo, e subito Basch la raggiunge, improvvisandosi ambasciatore di Penelo.
«Il pranzo è pronto, Altezza!» urla.
Lei è una scheggia: torna sui suoi passi pestando l’erba con forza, lo ringrazia dell’informazione e si accomoda davanti al fuoco, fra le chiacchiere affamate dei presenti.
Lei, però, è affamata sul serio – da donna pragmatica qual è, parla poco e afferra con famelica contentezza il filetto che Balthier le lancia – non hanno posate e piatti, e lei ha faticato dietro a quella carcassa per più di un’ora e mezza: divora tutto con solerzia ammirevole, nonostante appoggi pienamente l’accorato coro di ‘bleah’ che si leva da parte di tutti fuorché di Basch – troppo signore per urlare e troppo umano per reprimere una smorfia di franco disgusto.
«Non sono stata io!» squittisce Penelo, risentita, e Vaan rischia di soffocare con il boccone che sta masticando.

*

In effetti la carne faceva schifo.
Sul palato di Ashe – che non è schizzinosa, e che in due anni di vita da esule ha imparato a mangiare anche lacci di scarpe, se necessario – è rimasto un forte sapore di alcool e gomma bruciata che è semplicemente terrificante, ma non si pente di aver mangiato a sazietà: ne aveva davvero bisogno.
La testa le gira un po’, si accorge, barcollando fra i delicati fiori bianchi.
«Sedete, Altezza» mormora Basch, disteso sull’erba ad occhi socchiusi, con le braccia allargate.
Evidentemente, gira anche agli altri: tutti si sono sparpagliati per andare a riposare, li ha visti andare a zonzo nei dintorni – persino Vaan e Penelo hanno smesso di litigare, e si sono avviati mano nella mano con tutta calma.
Con un grugnito appesantito, Ashe acconsente, si siede accanto a lui e schiaccia le ginocchia contro il petto.
Intontito com’è, Basch non può fare a meno di chiedersi come diavolo faccia a non sentirsi in imbarazzo sapendo che la minuscola gonna di cuoio si tende nel suo movimento e la lascia abbondantemente scoperta.
Arrossendo, sopprime il pensiero.
Ashe, intercettando il suo sguardo, lo squadra con aria vacua, la testa che vortica un po’, l’espressione appena insonnolita.
«Beh?» si sorprende, quasi sdegnata.
«Sapete… mi chiedevo se Lord Rasler vi avrebbe mai permesso di vestirvi così» borbotta Basch, che si sente la testa troppo leggera per intendere la domanda con serietà.
Ashe si stende comoda al suo fianco, e ridacchia – si sente la testa troppo leggera per sentirla anche triste.
«Forse in sua presenza non ne avrei avuto alcun bisogno – sarei a Rabanastre in un lungo vestito bianco, a giocare con quattro-cinque cuccioli reali e a porgergli il braccio nelle cerimonie ufficiali.»
«Quattro-cinque?» ride Basch, con insospettabile spontaneità «Non mi sarei mai aspettato un simile progetto in cantiere, sinceramente… non da un ragazzo giovane e idealista come lui.»
«Devo dedurre che mi troviate un corrispettivo deludente rispetto a lui?» biascica lei.
«Niente affatto, milady. Vi trovo molto, molto bella» risponde, lanciando una lunga occhiata su di lei, il seno sodo, i fianchi stretti, le gambe lunghe e agili, ed è una valutazione che lo fa arrossire tutto pur nella sua oggettività.
«Non siete tipo da complimenti» obietta la principessa, in un attimo di piccata, comprovata ubriachezza.
«Posso rimangiarmelo, se vi fa piacere, ma state certa che correre dietro alle vostre spalle tutto il giorno mi offre delle basi assai solide su cui pronunciarmi…»
«State cercando di dirmi che mi avete contemplato il sedere per tutto il tempo?» inquisisce lei, la testa che sembra dover ruzzolare sul prato.
«Non potrei mai! Ho solo detto che siete ben proporzionata!» ribatte lui, brontolando.
«Vedete, questo è uno dei motivi per cui posso permettermi di indossare un camuffamento del genere – nessuno di voi alzerebbe un’unghia su di me, e io mi mischio ai civili.»
«Beh, Altezza, sono fatto di carne anch’io, non sono un santo, eh…»
«Ah no?» scatta Ashe, sghignazzando fatua.
Basch scuote il capo.
«No, e sono due anni che non vedo una donna.»
Ashe si stiracchia. In circostanze normali, il ceffone sarebbe partito senza indugio.
«Come vi capisco…»
Basch le scocca un’occhiata un po’ scioccata.
«Non sapevo che voi aveste certe inclinazioni…»
La principessa cerca di rimettersi a sedere roteando gli occhi con aria seccata, ma deve mantenersi vicino al braccio del capitano per non sbattere la testa sul terreno.
«Ma no, cosa avete capito! Io non solo sono due anni che non vedo un uomo, ma ho potuto sfruttare una sola occasione. Ditemi voi…»
«Non deve essere stato granché piacevole, in mezzo a tutti quei consigli di guerra…»
«È stato un disastro» taglia corto Ashe.
Basch sbuffa, empatico.
«Mi dispiace.»
«Mhh…»
Silenzio.
«Eppure mi risulta difficile pensarvi in imbarazzo in una situazione del genere.»
«Devo prenderlo come un complimento?» borbotta lei, con la bocca impastata, indugiando con gli occhi sul viso ora serio di Basch, sullo sguardo azzurro che la fissa, sulle labbra strette che tentano di non ridere e sulle ampie spalle scottate dal sole.
Ashe prende un respiro con l’intenzione di parlare, ma desiste, armata di un mezzo sorriso che l’intontimento rende sensuale come probabilmente lei non ha mai avuto consapevolezza. Si avvicina un po’, puntellandosi con le mani sull’erba e accovacciando le gambe da un lato.
Basch non si è mai soffermato sull’odore della sua pelle, ma ora non può farne proprio a meno. Nonostante i lavori poco gratificanti in cui si è gettata a capofitto, Ashe ha ancora il suo profumo naturale addosso, delicato e silvestre.
«Cosa vi ha insegnato Lord Rasler?»
Lei fa spallucce.
«Quello che poteva insegnarmi un principe di nemmeno vent’anni.»
La risata che segue è svagata e leggera, ma entrambi si stanno guardando negli occhi senza spostare lo sguardo, e Basch si siede a fianco a lei.
«D’accordo. Venite qui.»
Ashe annulla la distanza fra loro e lascia che un braccio di Basch le cinga la vita.
Non sarà un santo, ma ha il viso arrossato mentre la esamina, sfiorandole i capelli e le guance con una mano, fino a che le dita non scivolano dietro la nuca, e le labbra di lui accarezzano con delicatezza le sue.
Ashe affonda le dita nei lunghi capelli biondi di lui, che inclina la testa e le passa la lingua sulle labbra per aprirsi un varco. La principessa non esita ad obbedire, facendola scivolare contro la sua, lasciando che la guidi in un gioco di cui non è sicura di conoscere la portata, scoprendo che non solo nessuno l’ha mai baciata così, ma anche che ci sta mettendo più passione e desiderio di quanto avrebbe creduto in principio.
Si baciano a lungo, e Basch permette alla principessa di assaggiarlo con curiosità, succhiando la sua lingua con gesti un po’ maldestri.
Lui geme nella sua bocca quando sente che lei sta cercando di mettersi comoda, e nel farlo si struscia contro il tessuto dei suoi pantaloni, cosa che la irrigidisce appena, quando sente la pressione della sua erezione.
Ashe apre gli occhi sbattendo le ciglia, e Basch, separandosi da lei, la imita, il respiro accaldato che si infrange nel suo.
«Vi avevo avvertita» ride, ed è una risata rauca a cui replica quella soffice di lei.
«Mi avevate detto che non vi eccitavo affatto…»
«Ho detto che vi trovo molto bella e che non vedo una donna da due anni. Non pensavo di dover offendere oltre la vostra perspicacia…»
«Avete lanciato il sasso e ritirato la mano!»
«Ma voi l’avete raccolto, o sbaglio?» sussurra Basch nel suo orecchio, e mai Ashe avrebbe pensato di scoprire una sfumatura tanto sfacciatamente seducente, nella sua voce.
«E adesso, Sir Basch, cosa mi consigliate di farci?»
Il capitano la guarda con una certa divertita incredulità, prima che le mani di lei scivolino sulle sue spalle e lo atterrino.
«Temo non abbiate bisogno di consigli da parte mia, milady… mi fido di voi. E la cosa mi spaventa, sappiatelo!»
«Uomo di poca fede…»
«Ancora con questa storia!» esclama lui, punto sul vivo. Ashe ridacchia, issandosi su di lui e baciando i triangoli di pelle che si intravedono dai vestiti.
«Su, non lamentatevi e fate il bravo bambino…» soffia, scivolando su di lui in baci e carezze. Quando arriva al bordo dei calzoni, guarda Basch come per sfidarlo, il che lo lascia anche più stordito e interdetto.
Le labbra umide di Ashe si appoggiano in un bacio attraverso la tela dei calzoni, e Basch si contrae, strappando ciuffi d’erba con i pugni.
«Ashe—» butta fuori tutto d’un fiato «Questo lui non ve l’ha insegnato!»
La bocca della principessa si attarda un altro po’ su di lui, prima che Ashe possa tornare a contemplare la sua espressione stravolta, le mani strette sull’erba per non cadere su un fianco.
«Sto improvvisando… e provate a dire che vi dispiace!»
«E non ditelo con tutto quel contegno, Santo Cielo!»
«Se non siete un santo, non lo siete e basta!» ribatte lei, inviperita, pronta a sfilargli i pantaloni, ma Basch, sedendosi, la allontana.
«Un momento… state composta e non siate impaziente come vostro solito» sospira, prendendola per i fianchi e stendendola di fronte a sé.
Vede il petto di lei che si alza e si abbassa rapidamente sotto la costrizione del corpetto.
«Con permesso» chiede rispettosamente, divaricandole le ginocchia e sbarazzandosi della biancheria, il desiderio di lei sulle dita.
Lentamente, Basch piega la testa e bacia con accortezza l’interno delle sue cosce. Ashe sente l’alone del suo respiro bollente e freme, aspettando non si sa cosa.
«Basch?» si riscuote, scostando le gambe e, di conseguenza la bocca di lui contro di sé.
«Oddio» commenta, inarcandosi ad occhi chiusi, mentre lui la bacia sempre più a fondo, le gambe di lei che si appoggiano d’istinto sulle sue spalle e il bacino che a stento tocca terra nel seguirlo. Si morde le labbra mentre la sua lingua l’accarezza e si ritrae, le mani di lui le si conficcano nei fianchi e la spingono contro di sé. Basch distingue i suoi respiri e i suoi singhiozzi. Alzando brevemente la testa, la vede scomposta e rossa in viso, le labbra un po’ schiuse e la pelle che luccica di sudore.
Grandi occhi cerulei incrociano i suoi, velati da un sottile strato di desiderio e vertigine.
Basch non dice niente, ma chiude gli occhi, l’erezione che pulsa dolorosamente. La accarezza con la riverenza che non vuole saperne di svanire nemmeno fra i fumi dell’alcool, e Ashe sta già per chiedergli che diavolo stia tentando di fare, quando due dita di lui scivolano dentro di lei. Con un movimento brusco, Ashe fa in modo che affondino, dondolandosi diligentemente al ritmo che le dettano.
L’orgasmo la svuota. Le viene da chiedersi se ne abbia mai avuto uno prima d’ora.
Apre immediatamente gli occhi non appena sente il fruscio dell’erba: Basch si è seduto, e sta riprendendo fiato a suon di pesanti respiri. Vacillando, Ashe punta le mani a terra e si alza in piedi, afferrando con le unghie la cintura della gonna e tirandola con forza per allentarla. Basch punta gli occhi su di lei ed ha appena il tempo di fare la stessa cosa, prima che Ashe lo afferri per le spalle e si sbilanci su di lui, le gambe ai lati del suo bacino.
A stento si vedono, mentre lui la tiene saldamente contro di sé e lei lo abbraccia con la testa sulla sua spalla e le unghie nelle sue scapole.
Basch trattiene un singhiozzo mentre si spinge dentro di lei con un secco colpo di reni, senza incontrare nessuna resistenza.
Ashe soffoca un gemito succhiandogli la pelle scoperta dalla casacca, e si muove bruscamente contro di lui, stringendo le cosce per serrarglisi di più attorno.
«Ah… Que-questo sì che ve l’ha insegnato lui…» ride Basch, senza fiato, nella curva del suo collo. Ashe gli risponde con un brivido, le mani di lui che l’aiutano a seguire il ritmo delle spinte, schiacciate sui suoi fianchi, quasi a voler mascherare la sua disordinata goffaggine.
«Basch—» azzarda, assecondando con forza un suo movimento.
«Sì» l’anticipa lui, baciandola con foga, mordendo e leccando le sue labbra. La prende per le mani e si rotola con lei sul prato, facendola sdraiare sulla schiena, le dita premute nelle sue mentre Ashe finge di divincolarsi, aumentando la frizione fra loro. Il capitano si stringe ancora di più a lei, la sente sussultare e viene nello stesso sobbalzo, con un sospiro.
Esce da lei, e restano così, le mani appoggiate l’una sull’altra, allacciati l’uno sull’altra, e un sonno pesante li prende quasi subito, senza dar loro il tempo di reagire. Si addormentano sfiniti, e nessuno è in grado di sentire la voce insolitamente furiosa di Balthier in lontananza.
«Vaan, inenarrabile pezzo di cretino, quanto Bhujerbario hai versato su quella dannata carne?!»

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A/N 3 gennaio 2009, ore 20:01. La prima fic del 2009 è la seconda fic per il P0rn Fest, yay! Cominciamo in bellezza, direi! <3 Adoro spudoratamente l’introduzione al pr0n, e questa fic mi ha tormentata tre giorni prima che io me la sentissi di scriverla. È tutta colpa di Valychan, il tema l’ha proposto lei, e l’ho claimato subito perché la fic è venuta fuori in un lampo, ragion per cui non posso che dedicarla a lei con un enorme GRAZIE. Purtroppo si giustificava solo con l’ubriachezza, ma in fondo confessiamolo, questi due ubriachi ci piacciono un monte… XDDDD. Io mi sono divertita come una matta! XD Grazie a liz per avermi sopportata un pomeriggio, e a Milo di Scorpio per averla pre-letta <3!

Juuhachi Go.

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