[Shoten/RG Veda] Boys don’t cry

Titolo: Boys don’t cry
Fandom: Shoten/RG Veda
Personaggi: Taichiro/Shura (Taishakuten/Ashura-ou)
Parte: 1/1
Rating: R overall
Conteggio Parole: ~2261 (LibreOffice)
Note: 7 aprile 2010, ore 23:24. Cari lettori, mettetevi l’anima in pace e, prima di cominciare a leggere, vi conviene sciropparvi questo chilometro di note per capirci qualcosa. I qui presenti Taichiro Imonoyama e Shura sono personaggi di una serie di doujinshi che le CLAMP disegnarono alla fine degli anni Ottanta. Per chi ha letto Duklyon, sono i due professori che compaiono di sfuggita all’interno dell’Istituto CLAMP e, oltre a insegnare Inglese il primo e Storia il secondo, sono le reincarnazioni di Taishakuten e Ashura-ou in RG Veda. Le scansioni della doujinshi delle CLAMP potete trovarla qui, il resto, compresi i sogni e tutto il trip di loro che sospettano la reincarnazione, è tutto un ricamo mio XD su cui probabilmente finirò a scrivere una bella shottona, come progetto di fare da secoli. Per adesso vi propino questa mia piccola partecipazione al F3U.C.K.S. Fest di fanfic_italia. Il titolo è rubato alla canzone dei Cure e il set di 1frase è l’Epsilon.

Boys don’t cry

#01 – Gelosia
Imomoyama Taichiro mise da parte la copia dell’Amleto che stava minuziosamente sviscerando per il compito in classe da somministrare la mattina successiva: erano due volte che appuntava ‘moglie’ al posto di ‘madre’, tutta colpa di Shura e delle sue torbide vicende matrimoniali che saltavano fuori all’improvviso!

#02 – Lenzuola
Era strano – di quello strano che gli pungeva il cuore nemmeno si fosse trattato di un ago – strizzare le palpebre contro i primi raggi di sole, per accorgersi che Shura era ancora lì, malamente annodato a ronfare della grossa nel nodo di lenzuola e copriletto: Taichiro non sapeva perché, ma era convinto che, in una vita precedente, mai avrebbe potuto convincerlo a restare senza fargli del male.

#03 – Caffè
Il buon carattere e le spalle larghe e tornite del nuovo professore di Storia suscitano un sacco di commenti fra le colleghe – ognuno dei quali fa strozzare Taichiro col primo caffè della giornata.

#04 – Interrogatorio
Scribacchiando gli appunti necessari sul block notes, Nokoru ridacchia, con un occhio che fissa zio Taichiro con l’aria di chi la sa lunga: sembra proprio irremovibile sui punti ‘scopri dove vive’ e ‘chi è il suo parrucchiere’.

#05 – Melodia
Serata etnica al ristorante: qualcuno accompagna un’arpa con dei crotali, e Shura sente di doverglielo, mentre gli accarezza il dorso della mano con un pollice, solleticando le dita di lui fra le sue, malinconico senza saperne il perché.

#06 – Lavoro
Il corpo docenti tutto è convinto che l’arrivo di Shura abbia instaurato un certo equilibrio zen in Taichiro-sensei, noto pressoché in ogni classe come il terrore degli studenti, e in ogni sala professori come quello che, da mesi, sospirava dietro a una cascata di capelli neri, premurandosi di fare il meno rumore possibile nel mentre.

#07 – Denti
Quando Taichiro si nasconde con il viso nell’incavo della sua spalla, tracciando con i denti la linea di un suo orecchio – aspettandosi, chissà, che termini a punta, e ringraziando gli dèi che non sia così – Shura sa bene che immagini gli stanno affiorando alla memoria, e che fermarle lo farebbe stare ancora peggio.

#08 – Libro
Shura deve riconoscerlo: ci sono momenti in cui sfogliare le pagine del Rig-Veda gli provoca una spiacevole, irrefrenabile, ingiustificata sensazione di mal di mare.

#09 – Chiave
La giornata acquista tutto un altro devastante significato quando, al posto della consueta partita di compiti di Storia da correggere, l’interno della cassetta della posta contiene un mazzo di chiavi ormai inconfondibili, la cui targhetta, evidentemente applicata per l’occasione, recita qualcosa tipo ‘come and catch them if you can‘: quante volte deve ripeterlo, a quel genio, che lui non capisce una parola di inglese?

#10 – Sguardo
Troppo occupato nell’osservare la sua schiena con l’ansia che si allontani fra gli scaffali della biblioteca, Taichiro travolge tutto il reparto di Filologia Germanica – il boato, almeno, è abbastanza assordante per far sì che si volti, con gli occhi sgranati in un’espressione di perplessa sorpresa.

#11 – Biancheria
«Sì, zio, scoprirò anche la taglia delle sue mutande, ho capito l’antifona!»

#12 – Massaggio
Anche le gocce d’olio che si allargano sulla sua schiena, sotto il tocco dolce delle sue dita, gli sembrano appartenere a una notte più vicina e meno antica di quanto in realtà non sia.

#13 – Sete
Nessuno berrà da quei calici di vino – la sete è di tutt’altro tipo, si dice, cercando la bocca di Shura all’ombra dei capelli che gli si aggrovigliano fra le dita.

#14 – Regalo
Guardando le vetrine, in preda alla più becera crisi di ansia da regalo, Taichiro arriva a considerare anche il flacone di shampoo come un’ipotesi tutt’altro che scartabile, visto e considerato che sente il bisogno di accarezzargli i capelli come se non lo facesse da millenni.

#15 – Fotografia
Sul tavolino del salotto, nelle cornici d’argento, scintillano il viso sbarazzino e paffuto di un bambino e quello di una donna altera, avvolta in un sari apparentemente costosissimo – pezzi della vita di Shura che Taichiro non vuole approfondire per una mera questione di egoismo.

#16 – Istante
Un secondo, il libro gli cade di mano mentre due occhi gli sorridono dall’altra parte della biblioteca: perché Taichiro ha l’impressione di averlo già visto?

#17 – Cane
«In nome del Cielo, zio, quale vitale importanza ha scoprire se il professor Shura ha un cane, un gatto o un criceto, di grazia?!»

#18 – Rossetto
Un tempo Shashi abitava qui – una considerazione banale e incredibilmente fastidiosa nel notare che c’è una stecca di rossetto mezza usata in bella mostra nel cassetto semiaperto, ma ancora più lampante è la risposta di Shura, che la intercetta e, con un sorriso, la fa atterrare nel cestino delle cartacce.

#19 – Orologio
L’orologio che ticchetta placido al polso di Taichiro sembra fissarlo inarcando un sopracciglio: la pausa pranzo è agli sgoccioli, il suo piatto di yakisoba ancora pieno e il suo collega cerca di intavolare una conversazione cordiale, ignaro degli sprazzi di ricordi che gli stanno balzando alla mente, frammenti di una vita lontana i cui trascorsi – prende a tormentare il tovagliolo con le mani – sembrano indicare tutto tranne un distaccato rapporto di lavoro.

#20 – Computer
La macchina sembra fissarli emettendo minacciosi ronzii: sono questi i momenti in cui i due professori, completamente ignoranti sul da farsi, si sentono vecchi di qualche millennio…

#21 – Salato
Gli spuntini di mezzanotte in casa di uno scapolo sono sempre una faccenda grama, soprattutto quando devono fungere da contromisura per uno dei peggiori incubi che Taichiro abbia mai avuto: la dispensa non offre che un pacchetto di crackers ricoperti di un sale grosso che sembra grandine, decisamente poco, per distrarlo da un paio d’occhi d’oro che si rovesciano nel sangue, e dall’eco di una promessa mai spezzata e mai davvero mantenuta.

#22 – Pelle
Shura non è sicuro di avere qualcosa da dire, mentre Taichiro, mezzo addormentato, si appoggia su di lui con un sospiro spossato e appagato, chiudendo gli occhi contro il suo collo e mormorandogli sulla pelle che, per quanto diabetica e patetica la dichiarazione possa sembrare, gli sembra davvero di averlo aspettato per una vita intera, o forse anche più di una.

#23 – Dolce
C’è una dolcezza, in quel bacio, che Shura non è sicuro di ricordare, nei sogni che lo tormentano, in cui due occhi azzurri e una miriade di capelli d’argento la fanno da padroni, e in cui, forse, c’è più verità di quanto sembri.

#24 – Maglia
«Non so se sia interessante ai fini della tua indagine su reincarnazioni e simili, ma c’era una maglia dell’Hard Rock Café, nel suo cassetto delle mutande…»

#25 – Gelo
Incontrarsi per i corridoi e chiacchierare amabilmente è un po’ più complicato, adesso che Shura ha imparato tutte le venature del suo parquet a memoria: come si può pretendere di far tornare tutto come prima, dopo aver fatto l’amore a quel modo, senza darsi nemmeno il tempo di arrivare in camera da letto, con l’urgenza di due che non si vedevano da duemila anni, quando, in realtà, si conoscono da meno di un mese?

#26 – Pallone
«Oh! C’era anche un pallone autografato dalla Tenkai FC, nel cassetto delle mutand-eeeehhh, scherzavo, metti giù l’attizzatoio, zio!»

#27 – Alba
Ore cinque e trenta del mattino: dopo aver sognato la versione decisamente hippie di Imonoyama Taichiro nelle vesti di un imperatore assetato di sangue, Shura dubita che riuscirà a guardarlo in faccia con aria decentemente disinvolta per tutto l’arco della sua giornata lavorativa.

#28 – Oscurità
È al buio, che Shura medita di essere completamente pazzo, più precisamente nel momento in cui Taichiro spegne la luce e si avventa sulle sue labbra: gli sovvengono scorci di palazzi sospesi nell’acqua, in un mare di stelle, il che non sarebbe male, se la finestra non fosse chiusa, se il panorama non fosse un triste cortile interno, e se le stelle non fossero rintanate dietro una cortina di smog.

#29 – Lacrime
Il vento solleva una nuvola immensa di polvere e terra bruciata – gli occhi di Taishakuten prudono al contatto, così li solleva verso la luna bianca e indifferente nel cielo, mordendosi le labbra all’ombra dei capelli: se si ostinasse a tenerli verso il basso vedrebbe Ashura-ou accoccolato contro di lui in una pozza di sangue, e non saprebbe trattenersi; è infatti Taichiro quello che, svegliandosi da un altro dei suoi soliti incubi, può permettersi di asciugarsi le guance bagnate senza motivo.

#30 – Tatuaggio
In un estremo gesto di stizza, si domanda se tatuarsi un terzo occhio in mezzo alla fronte sia una misura sufficiente per farsi notare dall’idiota, ma qualcosa – qualcosa che si chiama imprinting, più che buonsenso – gli dice che non sarebbe esattamente di buon auspicio.

#31 – Occhiali
Assorto sul compito d’inglese che uno dei suoi alunni di terza aveva composto in modo alquanto fantasioso, sbuffò spingendosi gli occhiali sul naso e tentando di scacciare dalla sua mente l’immagine della montatura che, l’altra sera, era rotolata, inutile, sul parquet del salotto.

#32 – Latte
Fare colazione in casa Imonoyama implica tante cose: significa essere parte integrante dell’appartamento sempre vuoto di Taichiro, significa riconoscere i graffi sui mobili, i colori dei tegami smaltati, significa aprire il frigo come se quella casa fosse sua per aiutarlo, spalla contro spalla, a litigare coi fornelli e, soprattutto, significa fermarsi e restare come Shura non ha mai fatto per chicchessia.

#33 – Taglio
Il tono di Shura non ammette repliche, così Taichiro allunga il dito e gli permette di constatare che sì, se l’è affettato tagliando le frittatine per il bento, e che, decisamente, un bacino sulla ferita è il più infantile e galvanizzante inizio di giornata che lui abbia mai avuto occasione di sperimentare.

#34 – Anniversario
Sarà un po’ da stronzi brindare festeggiando al decimo anno da divorziato di Shura, ma Taichiro ha come l’impressione che il bagaglio di bastardaggine sia qualcosa di congenito che si porta dietro da secoli.

#35 – Quadro
Shura ha un profilo da ritratto: Taichiro lo guarda spesso, mentre cammina nei corridoi, e ci sono volte in cui, in una testa che ha evidentemente poco altro a cui pensare, si sovrappone l’immagine di un re orientale che incede a passi lenti sotto l’altissima volta di un palazzo d’oro.

#36 – Ripetere
Mentre corre a perdifiato verso l’aeroporto, constatando con dolore di non avere più la capacità polmonare di quando aveva vent’anni, Taichiro può solo dirsi, in un mantra continuo, che Shura stavolta non scapperà da lui, e che la storia non si ripeterà in alcun modo, né in questa vita, né nella prossima.

#37 – Sfumature
Taichiro non è uomo da mezze misure: gli dice che lo ama perché è così, e perché così è sempre stato, da qualunque angolazione Shura decida di guardare la faccenda, e a prescindere da tutte le parole ambivalenti che può premurarsi di usare per sfumare i contorni della loro relazione.

#38 – Significati
All’improvviso, adesso che Taichiro appoggia la mano sulla sua e gli sposta i capelli dietro l’orecchio, l’invito a cena assume un suo significato inequivocabile.

#39 – Ossessione
Ci sono notti in cui il viso di Shura – di uno Shura che non conosce – riempie ogni attimo del suo sonno, e c’è da chiedersi se siano stralci di chissà che vita precedente, di un’indigestione di ramen, o di un’overdose di Cime Tempestose.

#40 – Sabbia
«C’era anche un costume nell’altro cassetto, ed era pieno di sabbia, Dio mio, così ho deciso di riempirtene un’ampolla da tenere come souvenir!»

#41 – Aereo
E, forse, vedere che Shura non ha preso nessun maledetto aereo per fuggire in India lontano dalle sue grinfie lo rende tanto magnanimo da perdonargli pure di avere un figlio che, in fon dei conti, è una peste meritevole di una bieca e cruenta soppressione.

#42 – Viaggio
Si sveglia sul parquet con la testa pesante e – per l’amor di Visnù – nudo come un verme, il che significa che lui e Taichiro dovranno fare due chiacchiere, con buona pace dei viaggi mentali di entrambi.

#43 – Bosco
L’Istituto CLAMP ha un orto botanico che fa concorrenza alla Foresta Nera – nell’intervallo il severo professore di Inglese e il ben più tenero professore di Storia si concedono lunghe scarpinate al termine delle quali assomigliano un sacco a Robin Hood e Lady Marian appena usciti dalla foresta di Sherwood.

#44 – Bracciale
«Taichiro, caro, sai che ti amo e che apprezzo i tuoi sforzi di festeggiare San Valentino, ma non ti sembra che un bracciale in oro e diamanti sia un po’ un’esagerazione?»

#45 – Sesso
Quando Shura lo guarda inarcando un sopracciglio al solo sentirlo nominare samsàra e vite precedenti, Taichiro rotea gli occhi e lascia perdere: discutere con lui di questi concetti è come discutere del sesso dei pesci rossi con un gatto.

#46 – Polvere
Puntualmente, Shura scoppia a ridere sulla soglia dell’aula: Taichiro vi esce sempre inviperito dall’ignoranza degli alunni tutti, coperto di polvere di gesso come un guerriero lo è della polvere di un campo di battaglia.

#47 – Penna
Con uno strattone talmente impaziente da farlo sentire lusingato, Shura allontana Taichiro dalla correzione serale dei compiti, lanciando la penna rossa da un lato della stanza e la sua cravatta dall’altro, giusto perché il messaggio arrivi forte e chiaro al destinatario.

#48 – Lingua
Shura sussurra in hindi nel suo orecchio, baciandolo piano sul collo di tanto in tanto e facendogli venire la pelle d’oca nel frattempo: Taichiro, in un rapido appunto mentale, decreta che quello sia in assoluto il modo più sfacciatamente erotico di usare la lingua, in tutte le innumerevoli accezioni che l’espressione comporta.

#49 – Note
Una classe intera si fissa sbalordita, e a ragione, perché è semplicemente fantascientifico che Imonoyama-sensei scarabocchi una nota disciplinare sul registro – peraltro scavando di vari metri con la penna – tacciando venti persone di ‘invasione della vita privata del corpo docenti’ solo per aver detto che il professore di Storia è stato sposato!

#50 – Manette
Ci sono legami che pesano come metallo e stringono come catene, ma non per questo, si dice Shura, carezzando delicatamente la fronte di Taichiro assopito, sono fonte di fastidio: le cose cambieranno bruscamente, tuttavia, se l’idiota non si muoverà a svegliarsi, trovare le dannate chiavi e almeno schiodargli i polsi dalla maledetta testata del letto!

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