[Final Fantasy XII] I’m going down like a stone in the sea

Titolo: I’m going down like a stone in the sea
Fandom: Final Fantasy XII
Personaggi: Ashelia B’Nargin Dalmasca, Basch von Rosenburg
Parte: 1/1
Rating: R
Conteggio Parole: 447 (LibreOffice)
Note: spoilerini dal Faro di Ridorana in poi, NSFW-ish

I’m going down like a stone in the sea

Cos I’m slipping away
Like the sand to the tide
Falling into your arms
Falling into your eyes
If you get too near
I might disappear
I might lose my mind

Il vento le strappa il calore di dosso, il mare la sabbia da sotto le dita dei piedi. Il brivido di freddo si stempera come un tuono fra aria calda e gelata quando Basch, zuppo fino alla cintola e decisamente incurante di esserlo, se la stringe addosso come se loro due fossero nati e vissuti per coprirsi – un pensiero che dà decisamente fastidio a una ragazzina partita dal deserto e convinta di appartenere, se non al suo Paese, almeno a suo marito.
«Smettetela di tacere» sussurra, una mano gelida e bagnata che sgocciola fra i suoi capelli e due occhi che riflettono quel mare grigio e senza sole.
«Sto pensando.»
«Lo so.»
Ashe alza la testa – non riesce mai a guardarlo negli occhi, quando sono così vicini, e quando Basch ha la pretesa di sapere sempre tutto (il che capita sempre, e sempre a ragione).
«Avrei dovuto correre dietro a vostro fratello, a Ridorana.»
«Lo avreste voluto?» le domanda, ed è la dolcezza di quando nessuno li può sentire, quella con una punta di bonaria derisione.
«Voi me lo avreste permesso?»
Basch la osserva, gli occhi che sorridono come le labbra non hanno imparato a fare. Dietro agli scogli, Vaan e Penelo raccolgono i frutti di mare per la cena, Fran controlla il carico e Balthier la polvere da spero e cammina nervosamente avanti e indietro sul limitare del portellone.
Il capitano li abbraccia con un gesto.
«Siamo tutti ai vostri ordini, Maestà. Una vostra parola, e potremmo essere a Dalmasca prima dell’alba.»
«Non ho più l’età per comandarvi a bacchetta come soldatini, o per rendere pan per focaccia» e sono certamente le parole sbagliate da dire, mentre gli sposta i capelli dietro un orecchio con più attenzione di quanto dovrebbe.
«Sapevo anche questo.»
«Sì,» soffia lei, niente più che una carezza d’aria sulle sue labbra «lo immaginavo.»
L’interno della sua bocca è così aspro che le brucia la punta della lingua, il sale del mare che l’assale come un’onda e lei, che indietro non sa tirarsi, ci si butta con una mano aggrovigliata fra i suoi capelli e il vento che fischia fra gli interstizi delle dita. Passa come un fuoco gelato nello spazio che divide i fianchi di lui dai suoi, scuote l’acqua che si raggruma in spuma sotto le sue raffiche, ribolle sotto Basch che si lascia avvolgere dal peso morbido delle sue gambe, le dita che la stringono e graffiano alla base della schiena quando Ashe gli bacia una tempia e dice al suo orecchio che, forse, Dalmasca può aspettare un istante.
Quando la bacia ancora, c’è un piccolo ‘sì’ che passa di labbro in labbro, prima ancora dell’acqua di mare fra loro.

~

A/N 31 marzo 2010, ore 1:45. È un pessimo momento, contro il quale solo l’hetp0rn estemporaneo poteva qualcosa XD. Scritta tutta di getto *si uccide* ascoltando Too lost in you delle Sugababes, di cui credo abbiate riconosciuto verso preso per il titolo e citazione iniziale X3 XD.

Juuhachi Go.

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