[Il Gobbo di Nôtre-Dame] Agnus Dei

Titolo: Agnus Dei
Fandom: Il Gobbo di Nôtre-Dame
Personaggi: Frollo, Esmeralda
Parte: 1/1
Rating: R
Conteggio Parole: 448 (LibreOffice)
Note: NSFW

Agnus Dei

Quando di domenica l’arcidiacono dice messa, Esmeralda, anziché cercare la compagnia di Quasimodo in cima alla torre, si appiattisce in disparte all’ombra di una delle navate laterali. È una ragazza curiosa e, sulla pietra, i suoi piedi nudi non fanno alcun rumore. I turiboli dondolano fra le mani degli officianti spargendo pastose zaffate d’incenso, e le personalità più in vista di Parigi assistono in pompa magna, impettite nei banchi davanti.
La cerimonia è lenta, ordinata: abituata oramai alla sua cadenza solenne, Esmeralda non ne osserva più i gesti, ma i partecipanti e le vesti di velluto che ne soffocano ogni movimento.
Il Ministro Frollo non è il più bardato, fra tutti, ma è il più rigido, e l’unico che le causi genuino disgusto: mormora le formule a mezza voce sotto al naso adunco, le mani incrociate una sull’altra. Sono mani pallide, da scheletro, e rugose, di un vecchio roso dall’interno. L’unico gesto di umanità si nota nel modo in cui cui carezza gli anelli alle dita, in piccoli gesti di nervosismo appena percettibile. Quando i suoi occhi si distraggono dalla cerimonia, si schiudono a fessura, il minimo indispensabile perché nessuno se ne accorga, in un moto di navigata abitudine.
Esmeralda sa dove stanno guardando, e cerca di scivolare più a fondo nell’ombra, senza concedere alla luce delle candele nemmeno un lembo d’abito.
Frollo addenta l’interno della bocca fino a farlo sanguinare, comprimendo l’irritazione e il desiderio frustrato con uno sforzo sovrumano, di cui nulla fa trasparire all’esterno. Sta sudando, tuttavia: sente i rivoli gelati coprirlo come una lebbra. La novità di quei sentimenti scorre nelle sue vene come una febbre che lo fa tremare tutto, e il magistrato si chiede, in un lampo d’impotente onestà, perché mai, prima di incontrare la gitana, non si fosse mai avveduto di un peso talmente schiacciante.
Adesso, invece, disegnare con l’immaginazione il corpo di quella strega sotto i suoi stracci gli è necessario e insopportabile: non c’è attimo della sua giornata in cui il suo pensiero non plasmi quelle carni brune in mille forme diverse e in altrettante mille pose, bevendo nient’altro che la briciola di profumo che ha respirato fra quei capelli.
Mentre si avvia a piccoli passi fuori dal proprio banco, deve stringere le mani in una morsa, premendo le pietre degli anelli fino a segnare i palmi, per evitare la tentazione di stropicciare le vesti.
Finge una preghiera, tentando, come un rapace, di scorgere quegli occhi maledetti nell’ombra, e nell’ombra vede solo le proprie mani su di lei, e si chiede se è davvero così che potrebbe accadere.
«Corpus Christi.»
Con un crampo allo stomaco che quasi gli mozza il respiro, Frollo prende l’ostia sulla punta della lingua.
«Amen

~

A/N 24 febbraio 2011, ore 3:23. Ho cercato di trattenermi per ore, Fiorediloto mi è testimone, ma è stato tutto inutile, ed è pure Disney-verse, santoddio, il che si esemplifica con ‘IL FROLLO DELLA DISNEY E’ UN UOMO DI INEFFABILE RACCAPRICCIO, EWW, CHE CAVOLO HO SCRITTO’. Però non mi riuscivo a togliere dalla testa gli anelli che porta alle dita nel film Disney *motivazioni che dovrebbero giustificare una fanfic* e quindi boh. Aggiungo che non so se gli arcidiaconi celebrassero messa, e, se sì, in occasioni particolari o meno. E non so nemmeno se gli alti dignitari si sedessero in posti privilegiati tipo pulpiti, ma, se così fosse stato, mi si sarebbe smontata la storia XDDDDDD.

Juuhachi Go.

PS. AH, ED È TUTTA COLPA DELLA NARI, SAPPIATELO. E ci tengo a precisare che Frollo qui non è mai riuscito a (bbbrrrrrewwww) alzare le manacce su Esmeralda. Nel film Disney mi fa troppo senso e per nulla pena, però ‘Hellfire’ o ‘Fuoco d’Inferno’ che dir si voglia si merita tutti i plausi del mondo. Oh.

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