[Battlestar Galactica] Sour times

Titolo: Sour Times
Fandom: Battlestar Galactica
Personaggi: Bill Adama, Laura Roslin
Parte: 1/1
Rating: NC17
Parole: 299 (LibreOffice)
Note: NSFW, spoiler 4×11

Sour times

Ci sono dei vuoti nella spugna leggera che imbottisce la trapunta – Bill ne sente le briciole vagare qua e là nella federa di raso scolorita che la contiene, ma non dice una parola, gli occhi chiusi mentre issa Laura sui fianchi, con la fronte contro la sua fronte e una mano che si aggrappa alla linea della colonna vertebrale, massiccia e dura sotto la pelle. Vorrebbe abbracciarla, ma rimane con le dita premute contro i suoi avambracci, il bacino che spinge in lei in un affondo che le toglie di bocca qualcosa a metà fra un gemito e un riso. Lui riesce solo a mordere un singhiozzo in fondo alla gola, le mani di lei che gli si chiudono qua e là attorno agli occhi – tutto il mondo che vede, lo vede miope e sfuocato negli interstizi delle sue dita. Nelle mani sente la pelle e la carne, sente l’odore dolciastro della chamala che sfugge da ogni poro come il residuo di una buona intenzione, sente la forma puntuta di ogni osso, friabile e cavo e leggero come quello di un mollusco. Sente uno svuotarsi lento di quel corpo, ogni giorno, come lui si svuota dentro di lei, strofinandole addosso il proprio odore con i polpastrelli nel tentativo di coprire tutto il resto.
«Bill?» lo chiama lei, oggi come ogni volta, con un accenno mal soffocato di sorriso, ogni parola un solletico indistinto all’attaccatura dei capelli quando, esausti, si abbracciano in quei cuscini sgualciti.
«Mh.»
«… Niente» gli risponde lei col tono un po’ lieve di quando si sta tenendo dentro qualche cosa probabilmente molto dolorosa e molto opinabile. Eppure Bill quasi ci crede; se l’abbraccia stretta con metà faccia nella coperta e metà che la sbircia per portarsi dentro ogni particolare.
Si addormentano nel ticchettio metallico della radiosveglia.

~

A/N 14 ottobre 2011, ore 3:05. Chi era che non avrebbe mai scritto a pairing su Battlestar Galactica? … Crim, che te possino, non mi dar corda. Il titolo viene da una canzone dei Portishead. Non mi fido granchè di come riescono a passare i concetti quando scrivo – vergogna – e nella mia testa era molto meno incasinata e mollto più cruda… Fondamentalmente Bill si rende conto di come il corpo di Laura gli stia scivolando via dalle dita senza che lui possa farci niente, il che significa, fondamentalmente, che io la notte dovrei dormire, punto XD

Juuhachi Go.

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