[Tokyo Babylon/X] Avverse stelle

Titolo: Avverse stelle
Fandom: Tokyo Babylon/X
Personaggi: Subaru Sumeragi, Seishiro Sakurazuka, un poco di Hokuto Sumeragi punteggiata qua e là
Parte: 1/1
Rating: R overall
Parole: ~1264 (LibreOffice)
Note: omosessualità, spoiler sul finale di Tokyo Babylon e sui volumi 16, 17 e 18 di X. Set Delta @ 1frase.

Avverse stelle

#01 – Terra
Nel fumo sacro dell’incenso, la Terra è sabbia sporca e sterile fra i denti, è un mondo scuoiato e vuoto, pieno di cadaveri e di mosche – ma ci sei tu, in piedi, e la visione mi resta sulla pelle in un velo di sudore e sollievo.

#02 – Orgoglio
Io ti amo, Subaru-kun, dice a mezza voce nel vento – dopotutto, ha una certa reputazione da mantenere.

#03 – Spirito
On – i grandi occhi dell’ennesimo fantasma si spalancano nel sollievo del trapasso, ma Subaru ha l’impressione che tutti loro, ormai, lo guardino con una pietà che mai riserverebbero ad un vivo.

#04 – Storia
D’altronde – Seishiro ridacchia fra sé e sé in un rivolo di sangue e saliva – dicono sempre che l’epilogo debba lasciare il dolce in bocca.

#05 – Tempo
Qualcosa, in quel ragazzo che lo guarda in tralice mentre il Nakano Sun Plaza si sbriciola in uno sbuffo di fuoco e di strepiti, gli dice che dieci anni non sono davvero passati.

#06 – Guerra
Angeli o Sigilli che siano, questa non è la sua battaglia, non è la sua guerra – mentre la barriera gli si schiude fra le dita, Subaru pensa che no, non è mai stata neppure la sua vendetta.

#07 – Tradimento
Per alcuni giorni, nella penombra della stanza, non avrebbe ricordato nulla; nulla che non fosse il perché del colore dei ciliegi, e il dolore dell’osso che, spezzato, aveva perforato i muscoli del braccio.


#08 – Sentore

Acqua di colonia: la sua l’avrei riconosciuta ovunque, quella e la spolverata di fiori di ciliegio che gli si attaccavano al tweed del completo quando ci stravaccavamo sotto i rami in fiore; poi, quella sfumatura ferruginosa nascosta nell’alone di disinfettante dell’ambulatorio – oggi so cos’è.

#09 – Giovinezza
C’è stato un tempo in cui abbiamo riso insieme – io per noi e lui di me.

#10 – Orme
Realizzai solo in quel momento (e lo stomaco mi si contrasse in un moto di repulsione e di rabbia e desiderio o chissà che altro) che infilare due dita in quell’urna avrebbe significato spingere il mio passo nella sua impronta, e che non c’era altro che potessi desiderare.

#11 – Preda
Preso – il chi e il come non mi interessano più granché.

#12 – Stirpe
Sakurazukamori e Sumeragi: si meraviglia che il sangue non gli si infetti nelle vene.

#13 – Passi
L’ultimo passo fino alla balaustra del ponte traccia una linea da cui non esiste ritorno.


#14 – Rito

L’acqua scivola ghiacciata nella piega del kimono, in un refolo freddo che smuove la fiamma delle candele e che, addosso, sembra uno di quei sorsi d’acqua che ti uccidono di polmonite – Subaru non vede più la purezza nemmeno in un’abluzione.


#15 – Vittoria

E che dovrei farmene adesso, del tuo cuore sparso a pezzi sui miei polpastrelli?

#16 – Languore
Ci sono quelle volte in cui il desiderio ti annoda lo stomaco, e la rabbia ti scuote al pensiero che, al tuo posto, Seishiro-san lo percepirebbe come si sente il pizzicore di un capriccio.

#17 – Mortale
Sei di carne – di carne, Dio santo – e io non lo sapevo, non lo volevo, non lo immaginavo neppure.


#18 – Favorito

Ormai, credo di poterlo affermare con vaga certezza: ti ho scelto fra mille, e sì, i più disincantati direbbero che ce la siamo proprio cercata.

#19 – Giardino
Subaru passa interi pomeriggi a passeggiare in tondo attorno al ciliegio, nel silenzio di tomba di un cortile che ha visto Seishiro bambino, e pensa a tutti gli scheletri che sottoterra, fra quelle radici, si lamentano da secoli cranio contro cranio, sbocciando in fiori che non muoiono mai.

#20 – Eros
Seishiro bacia la cicatrice fresca sulla sua palpebra in punta di labbra, e Subaru geme in una fitta di piacere e di dolore.

#21 – Canto
«Vuoi toglierle quel microfono di mano, o preferisci che attacchi tutto il repertorio di Meiko Kaji a squarciagola?»


#22 – Tocco

Per non reagire alla sua carezza sulla mia guancia, mi morsi l’interno della bocca fino a farlo sanguinare.


#23 – Silenzi

In un ultimo barlume di lucidità, con l’ultimo respiro vicino all’orecchio di Subaru, Seishiro un po’ si compiace – a conferma del proverbio, lo stupido parla sempre, l’intelligente coglie l’attimo.

#24 – Movenze
Mia madre passò la vita a insegnarmi l’arte di dissimulare in ogni gesto l’artificio – l’ho uccisa come si trafigge una farfalla.

#25 – Calore
Mentre Subaru-kun dorme placido sulla poltrona dell’ambulatorio, mormorando qualche grazie di tanto in tanto, Seishiro sorride – la finzione va plasmata quando è ancora calda.

#26 – Apparizione
Mi raccontano che si rifletta il suo viso, oggi, nell’acqua nera della baia.

#27 – Inebriare
Mi ha lasciato in ginocchio, al centro di un pentacolo scavato nell’asfalto, e io riesco a pensare solo all’odore di sigaretta – il suo – che mi impregna i vestiti.

#28 – Dita
Sono passati dieci anni, ma le dita sono ancora quelle sottili e bianche di tua sorella.

#29 – Nostalgia
Era una bugia, è vero, ma mi ci sono aggrappato come l’impronta scura dei quadri a un muro vuoto.

#30 – Legame
Una realtà, due facce che mai s’incontrano, recitano i miei quaderni da apprendista, ma sospetto di non averci mai davvero creduto.

#31 – Erba
Seishiro si stiracchia mollando i resti dell’onigiri sul prato, Hokuto lo bacchetta e Subaru ride di gusto, gli occhi chiusi nel sole.

#32 – Sembianze
Mi sono visto negli occhi di vetro del Kamui Oscuro, e poi ho visto il tuo viso sul suo, come se il mio desiderio fosse un sottile strato di cera impresso a caldo sulla sua faccia.

#33 – Nettare
Dolce, pensa, intingendo le dita nel barattolo di miele che Hokuto usava per i dolci, e una lacrima rabbiosa rotola giù lungo una guancia.

#34 – Rossore
Non arrossisce più come una ragazzina – peccato.


#35 – Possesso

Del marchio, nonostante tutto, il nuovo Sakurazukamori può ancora intuire l’antica cicatrice.

#36 – Crepuscolo
Si levano le prime stelle nel cielo; Seishiro è già freddo, e Subaru, abbracciandolo, lo sente su tutta la pelle.


#37 – Fautore

Li ha mossi tutti – anche Hokuto-chan, soprattutto Hokuto-chan – come marionette.

#38 – Sfrontatezza
Menziona Hokuto-chan e guadagna, in risposta, qualcosa di molto simile a uno sputo in piena faccia.

#39 – Fato
Il tuo filo rosso legava assieme ogni osso del mio corpo.

#40 – Labbra
Da morto la tua bocca ha una piega innocente e imparziale, e io credo di non averti mai odiato tanto.

#41 – Pensiero
Decisi di cancellare dalla mia mente la tua esistenza, e mi domando come sarebbe stato se l’avessi fatto davvero.

#42 – Ritorno
Una volta ho giurato di averti intravisto fra i rami.

#43 – Ferita
Il taglio, trasversale, non ha reciso che qualche strato di pelle, ma Subaru sente il battito del proprio cuore bruciare sotto le bende: è debole oggi come allora, a dispetto di ogni cosa.

#44 – Confine
Ti amavo: mi bastava anche quando non avrebbe dovuto.

#45 – Furore
Adesso, quando lo tocco, c’è un’agitazione selvatica e indignata nei suoi occhi – non è più un ragazzino, questo è certo, e io voglio scoprire fino a che punto, esattamente.

#46 – Volto
Gli occhi, la bocca: la saggezza popolare li indica come lo specchio dell’anima, un pregiudizio in virtù del quale basta un sorriso ben costruito per trarre in inganno anche il più ferrato degli onmyouji.

#47 – Candore
Mi stupisce il modo in cui anche adesso, con il moccio al naso e un miliardo di confessioni sconnesse sulle labbra, con il mio sangue sulle mani, tu riesca ad avere ancora l’aria sperduta di quel bambino passato sotto il mio ciliegio, quel giorno lontano.

#48 – Vino
Quattro testi di quattro religioni diverse davanti agli occhi, e il nuovo Sakurazukamori, un misto di sangue e di credo egli stesso, si lascia sfuggire una risatina sommessa e un po’ sarcastica nel sottolineare a matita di transustanziazioni, di corpo e di sangue, di pane e di vino.

#49 – Incisione
La sua barriera si è infranta di nuovo, per l’ultima volta, e Subaru quasi crederebbe a quel destino scritto a fuoco nelle avverse stelle dei poeti, se non fosse che Seishiro ne ha sradicato ogni pagina e spezzato ogni filo, per ottenere quel che voleva.

#50 – Lanterna
Stranamente, Seishiro gli provoca la stessa sensazione insopportabile di quando, da bambino, rincorreva lungo il fiume la lanterna che gli sfuggiva di mano, e, impotente, la guardava rotolare lontano in un gruzzolo di scintille e carta velina.

~

A/N 18 ottobre 2011, ore 17:30. Queste frasi giacevano a muffire sul mio hard disk da due anni, ferme al prompt #40 e brutte come la fame XD fino a che, complice il claim di Swanheart_lady e il mobbing dell’adorabile Potterwatch, non mi è venuta voglia di riscriverle in una serata e mezzo, con “Passione” di Neffa in loop nelle orecchie. Del nucleo originale ne sono rimaste quattro o cinque, il resto è stato tutto riscritto senza troppi rimpianti e con notevole soddisfazione XD. Il titolo è di shakespeariana ispirazione.

Juuhachi Go.

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