Titolo: Otanjoubi omedetou
Fandom: Tokyo Babylon
Personaggi: Subaru Sumeragi, Hokuto Sumeragi, personaggio originale
Parte: 1/1
Rating: G
Parole: 764 (LibreOffice)
Note: buon compleanno, Hokuto e Subaru ♥ *deficienza*! Ho sempre avuto il dubbio che questa storia fosse un po’ criptica, non so… spoiler sul finale, se non sbaglio, in merito ad alcuni dettagli sull’infanzia di Subaru, ma potrei sbagliarmi!
Un posto che non devo dire a nessuno per nessuna ragione al mondo, prefettura di Kyoto, 19 febbraio 1982
Cara Hokuto-chan,
buon compleanno! Stamattina la nonna mi ha portato gli anpan che mi piacciono tanto per festeggiare e mi ha detto di non dirlo ai monaci altrimenti se li mangiano tutti e non me ne lasciano nemmeno un pezzetto, perché gli sciamani in ritiro non possono mangiare i dolci e le caramelle. Ha pure detto che se mi dicono qualcosa posso arrabbiarmi e dire che è stata lei a darmi il permesso, e che posso fare quello che mi pare perché sono il capofamiglia… quasi. Però credo che stava stesse scherzando, perché che figura ci facciamo se mi comporto male? Anche se non mangiare i dolci è una cosa stupida, cosa gliene importa ai fantasmi se ho lo zucchero nei denti? Forse hanno uno spazzolino o forse cominciano a usare tutte quelle cose dei dentisti quando la nonna va a riaggiustare i denti e noi non possiamo più fare gli esorcismi? Poi la nonna ha sempre un sorriso bellissimo quando non la vede nessuno, forse lei non li ha mangiati quando era al ritiro e nessun fantasma le ha fatto i buchi nei denti. Devo essere forte anche io allora.
Sono arrivato da poco ma mi manchi un sacco. Qui è tutto silenzioso, non ci sono bambini della mia età. Non si può chiacchierare a voce alta e non si può correre (la nonna stamattina ha detto che ti avrebbero lasciata sull’engawa dopo cinque minuti), però i monaci cantano e dormono tutto il giorno, ma i sutra sono sempre gli stessi e dopo un po’ mi secco. Meno male che sono tutti gentili con me, l’altro giorno il monaco più anziano mi ha detto che anche lui si stufava quando era piccolo. Mi ha fatto un sorriso, ma aveva i denti tutti gialli e tutti sporchi. Forse dovrei smetterla di stufarmi.
Mi stanno insegnando un sacco di sutra nuovi, anche (la nonna ogni tanto viene a controllare quali mi fanno ricopiare perché dice che ce ne sono due o tre, nei suoi rotoli grossi grossi, che ti fanno diventare le dita dei piedi come dei takoyaki, che schifo! Anche se i takoyaki sono buoni), ma gli ideogrammi sono difficili e non significano niente, perciò combino un sacco di pasticci e l’altroieri mi sono versato tutto l’inchiostro sullo shikifuku.
Oggi però è successa una cosa strana.
Stavo portando un secchio d’acqua nel giardino e a un certo punto, mentre lo stavo alzando da terra, ho sentito che diventava più leggero. Quando mi sono girato, c’era una ragazza bellissima con un kimono bianco che mi sorrideva e stava tenendo il secchio per me. Aveva i geta ma non le calze e io ho detto che i monaci la sgridavano se la scoprivano a camminare sui tatami senza i tabi. Lei ha riso e ha detto che quelli erano dei pancioni noiosi (è stata un po’ maleducata ma forse è vero) e ha continuato a portare il secchio insieme a me. Era piccina ma lo reggeva con un sacco di forza. Era pallida pallida ma aveva due occhi verdissimi, come i tuoi e i miei, anche se mi sa che i tuoi sono più belli e più grandi, siccome sei una femmina. Mi ha chiesto quanti anni avevo e che cosa stavo facendo lì, allora io le ho detto che ero lì per fare le cose dei Sumeragi perché mia nonna ha detto che ormai sono grande e che devo imparare a fare gli incantesimi meglio degli altri perché sono speciale. Lei non ha detto niente, mi ha fatto un altro sorriso e mi ha detto che non si può imparare tutto, e che secondo lei io sapevo già troppissime cose per essere un bambino.
Volevo dirle che non sono un bambino, però lei mi ha dato un bacio con il soffio e mi ha detto di chiudere gli occhi. Mi ha dato un bacino sulla fronte, come fate tu e la nonna quando mi viene la febbre, ma quando li ho riaperti lei non c’era più. Che cosa strana. Aveva degli occhi tristissimi. Secondo te chi era? Se mi ha visto da qualche parte, forse conosce anche te e la nonna?
E tu invece che cosa farai oggi? La nonna ha detto che il pacco con il tuo regalo è arrivato ieri e non passava dalla porta. Hai di nuovo rotto lo shoji? Fammi sapere, e dimmi pure se ti arriva la cartolina di auguri! Hai comprato un regalo anche a me?
Ti voglio bene,
Subaru
~
A/N 19 febbraio 2012, ore 23:51. Boh, che dire, auguri di straforo, Subaru e Hokuto – è nata di straforo anche lei, e spero che raccontare un “caso” tramite la voce di Subaru bambino non sia stato noioso per tutti voi! Grazie di aver letto!