[X] Gift

Titolo: Gift
Fandom: X
Personaggi: Setsuka Sakurazuka, Seishiro Sakurazuka
Parte: 1/1
Rating: PG
Conteggio Parole: 435 (LibreOffice)
Note: spoiler sul volume 16, incesto non esplicito

Gift

I am bleeding joy, still peaceful,
I am waiting for patience
I live something beautiful, just thinking not too fast(…)

(Elisa – Gift)

Una lenta danza di fiori di sakura che il vento aveva distaccato dai rami con dita tiepide era capace di incantare chiunque, anche una persona il cui profumo era un ormai risaputo tassello della propria esistenza.
Erano petali fragili, una minima esercitazione di forza sarebbe stata in grado di lacerarli, tuttavia, nessuno sarebbe mai stato in grado di toccare con dita profane quell’incantevole, ingannevole pezzo d’inferno in terra.
Chi l’avrebbe mai detto che una ruvida corteccia potesse dimostrarsi letale, elegante e maligna come una concubina vestita di velluto e con un pugnale nascosto sotto le vesti.
Più in là, un capo bruno affiorava dal profumo di alcuni fiori e una mano di ragazzo si alzava per scostare la frangia dagli occhi e per voltare una pagina del libro che tanto attirava la sua attenzione.
Era abbastanza crudele per adempiere quel dovere, a soli quindici anni. Un bambino. Con la pelle liscia e soffice come seta.
Si voltò, Seishiro, fissandola, quasi come se i pensieri della donna fossero stati un fremito che avesse percorso tutto il suo corpo, i suoi erano occhi caldi, d’ambra, ma niente avrebbe potuto rendere la sterilità che risplendeva in quelle pupille, asettica e tangibile. La fioritura a grappoli continuava a discendere sulle seriche pieghe del pallido kimono e ad abbarbicarsi fra i lunghissimi capelli di lei, neri come la notte infinita che, da secoli, circondava il suo clan. Sebbene il sangue macchiasse spesso e abbondantemente le mani della gracile serva del Ciliegio, lo sguardo aveva ancora l’umida lucentezza di una neonata, utile per occultare il marmo che giaceva nel profondo di quell’espressione.
Le labbra tinte di rosso avevano quasi intenzione di modellarsi a chiamare l’amato bene nuovamente immerso nella sua attività di lettore, ma si ritrassero con esitazione.

È la persona di cui più desidero la felicità… Sacrificarmi, cosciente dell’unilateralità di questo mio volere…

Amarezza, suppose. Le salì dal profondo nel dovere sottostarsi alla regola del cuore di Seishiro precluso a lei in qualunque modo.
Incrociò le mani in grembo e si concentrò sul piccolo fiore intricatosi fra le dita sottili, le quali lo afferrarono per sgualcirlo in un misto di tenerezza e odio verso il destino a cui lei e suo figlio erano incatenati.
Il capofamiglia è una cosa sola con l’Albero. Sangue e fiori, carne e legno.
Il momento, l’unico, in cui quelle mani l’avrebbero toccata, Setsuka lo attendeva, per respirare il suo sangue aspergente i boccioli, l’ultima, prima, profonda carezza di Seishiro, l’immobilità limpida nei suoi occhi asciutti in cui si sarebbe potuta specchiare.
Come poterne avere paura…?
Le labbra si schiusero:
«Seishiro… vieni qui.»

Davvero, sanguino gioia…

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